di Lorenzo Di Biase
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La struttura “Su magasinu de Akraxiu”, oggi adibita a spazio culturale a disposizione della cittadinanza, risale al 1850, ed è ubicata nel centro storico di Terralba nell’attuale Via Roma al civico 140.
Essa, dal 1920, è di proprietà della famiglia Vaccargiu, (il cognome Vaccargiu, Akraxiu in lingua sarda, che vuol dire vaccaro o guardiano di vacche), da sempre stata dedita alla viticoltura e all’allevamento dei bovini. Il locale in questione è stato da sempre utilizzato come cantina (magasinu appunto) ove venivano lavorate le uve provenienti dalle vigne site in località San Giovanni nell’agro di Terralba, impiantate a viti di qualità “Bovale di Spagna”.
Nel sito agreste è presente l’ultima sorgente del territorio terralbese chiamata “Sa mitza de Santu Juanni” che viene periodicamente pulita dall’attuale proprietario Andrea Vaccargiu erede della famiglia affinché gli amanti del territorio e i turisti interessati possano goderne.
Su “magasinu” è stato operativo come cantina sino agli anni ’50 del secolo scorso dando lavoro a diverse maestranze. Nel locale, inoltre, si vendeva il vino avvisando le persone interessate all’acquisto tramite l’esposizione di una bandierina di colore nero se era disponibile il vino nero oppure di colore bianco se si sarebbe proceduto alla vendita del vino bianco. Successivamente la struttura è stata impiegata per la produzione di vino per uso esclusivamente familiare procedendo a conferire alla cantina sociale l’intera produzione restante.
Erminio Vaccargiu, nonno di Andrea, fu un socio fondatore della citata cantina divenendone in seguito il presidente. Il locale è stato sottoposto a ristrutturazione conservativa nel 2018 con l’intento di trasformarlo in spazio culturale. Con questa brillante idea si è preservato un locale storico dandogli una nuova prospettiva; il rischio era il decadimento della struttura e la perdita della memoria storica sia per la famiglia proprietaria che per l’intera collettività.
“Su magasinu de Akraxiu” ha una superficie di 100 metri quadri ed è a pianta rettangolare irregolare. Sono presenti due ingressi e, quello aperto sulla Via Roma è dotato di un portone in legno e lamiera chiodata, così com’era in uso un tempo. Sovrastante la porta d’ingresso è presente un lucernaio; inoltre, si contano ben due finestrelle col telaio originale in legno. Anche le pareti interne così come il tetto sono state ristrutturate ma nel rispetto della storia dell’edificio. Per esempio, in alcune parti le pareti sono rimaste quelle originali in quanto mostrano delle annotazioni scritte a matita quali nomi, litri di vino, conteggi a testimonianza dell’attività che si svolgeva al suo interno. Anche la pavimentazione è stata oggetto di restauro con l’impiego delle antiche “cementine” dalle varie policromie. In fondo alla sala rispetto all’ingresso principale è stato realizzato in muratura un palchetto da usare per le rappresentazioni e gli eventi culturali. Impreziosisce la struttura la presenza di due murales realizzati dal noto muralista Nicholas Bembo che ricostruiscono uno la storia della famiglia Vaccargiu effigiando le tre generazioni dei Vaccargiu, nonno Erminio con suo figlio Dino e suo nipote Andrea, l’attuale proprietario, mentre nell’altro murale si riporta uno scorcio paesaggistico del passato con la chiesetta dedicata a San Ciriaco.
Nella sala sono presenti sei teche impiegate nell’esposizione di vestiario, corredi, lettere e documenti antichi. Alle pareti sono esposti oggetti della tradizione contadina quali utensili da lavoro, da cesti tipo “Su strexiu de fenu”, da contenitori in ferro smaltato, da sciveddas, marigas, taglieri ed altro ancora. Inoltre, vi è un antico attrezzo per macinare le fave e ben due moto d’epoca “Guzzi”. Oggigiorno come riportato “Su magasinu de Akraxiu” è utilizzato come spazio culturale in cui si presentano libri di racconti o romanzi, di poesie, di storia, di teatro, ove si esibiscono musicisti ma anche attori, ove si tengono dei reading di lettura; uno spazio in cui si parla di storia e di archeologia, in cui si tengono incontri in lingua sarda, in cui ci si impegna per la preservazione dell’immenso patrimonio identitario, ma è anche un luogo in cui si parla di tematiche sociali, in cui ci si incontra con associazioni che seguono bimbi diversamente abili. Al suo interno vi operano due associazioni culturali le “Granate Rosa” e la Selas”. Le associazioni svolgono un’intensa attività sul fronte socioculturale, creando momenti di partecipazione, di discussione, di inclusione, di socializzazione, di incontro. Il loro impegno si dipana settimana dopo settimana, incessantemente, dalla fine dell’estate sino all’inizio dell’estate successiva contribuendo ad arricchire la vita della comunità terralbese. Insomma “Su magasinu de Akraxiu” è un locale antico ma vivo. Se prima la famiglia Vaccargiu lo impiegava nel settore produttivo e commerciale oggigiorno è stato messo a disposizione della cittadina, diventando un punto focale della vita culturale terralbese.
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