di Gianni Vacca
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L’amo di un pescatore dilettante a poco meno di un miglio dal litorale di Tunaria imprigiona e cattura (pare accidentalmente) un giovane esemplare di squalo mako di circa due metri di lunghezza.
Una cattura che sa quasi dell’incredibile perché risulta piuttosto raro trovare questo squalo nelle acque del mar Mediterraneo essendo il suo habitat naturale molto lontano, preferibilmente nelle acque tropicali o sub tropicali.
La sua presenza in questo tratto di mare è certamente legata al passaggio dei tonni, dei quali questo esemplare è ghiotto, che in questo periodo seguono le rotte migratorie a distanze molto ravvicinate dalla costa. Lo squalo mako è tra i più veloci e potenti squali conosciuti.
È potenzialmente pericoloso per l’uomo anche se raramente si avvicina a riva.
Può raggiunge una velocità di settanta km/h e si nutre oltre che di tonni, di calamari, pesce spada e altri squali.
È uno squalo a rischio estinzione.
La cattura dello squalo mako è stata immediatamente segnalata al gruppo Shark Pulse Italia che raccoglie avvistamenti ed effettua costanti monitoraggi dell’esemplare.
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