di Anna Luisa Garau
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Manuela Cabras, 45 anni, è una sarta creativa, intuitiva e fantasiosa.
Abita e opera a Turri, un piccolo paese di 400 abitanti ai piedi della Giara. Ha imparato le prime nozioni del cucito e del ricamo a Pabillonis, dove ha vissuto per dieci anni.
«Tutto è iniziato quasi per gioco diciassette anni fa», afferma Manuela Cabras, «Appassionata di cucito preparavo tovagliette, rammendavo degli abiti e confezionato delle borse. Con l’aiuto di una sarta del luogo ho appreso i trucchi del mestiere per confezionare abiti su misura maschili e femminili».
La sua sete di sapere e di apprendere la spingono a iscriversi a corsi di modellismo. Con le lezioni di un’insegnante di taglio di Guspini impara a ricamare e plissettare le gonne. È stato il primo passo per realizzare i costumi sardi. «Senza passione e impegno non sarebbe stato possibile», sottolinea la stilista. La sua costanza e capacità la fanno conoscere in tutta l’Isola. Insieme ad altri stlilisti ha partecipato alle sfilate di Miss Italia in Sardegna. E a sfilate di alta sartoria a Porto Cervo, Budoni, Torre Grande e a Santa Caterina di Pittinuri. «Ho realizzato anche il gilet che Cristian Coco utilizzava in Striscia la Notizia».
Ma il suo maggiore impegno è quello di confezionare l’abito tradizionale sardo, realizzato con materiale povero, ma non per questo meno sontuoso, specialmente il vestito femminile, colorato e vario, con il corpetto e lo scialle ricamato a mano, rendendogli unici e meravigliosi.
Oggi è difficile vedere per le strade dei paesi della Sardegna uomini e donne indossare quotidianamente l’abito tradizionale locale. «I sardi dovrebbero indossare l’abito tradizionale più spesso e non solo in occasione degli eventi folcloristici o sagre paesane. Più spesso mi capita che giovani mi ordinino il costume sardo», rimarca la stilista.
Quali progetti per il futuro? «Riuscire con le mie creazioni», sottolinea Manuela Cabras, «a valorizzare la tradizione sarda e portarla sempre più in alto per farla conoscere ovunque. Riuscire a coinvolgere i giovani affinché il lavoro artigianale e l’arte sartoriale sarda vengano trasmessi alla nuove generazioni».
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