In via Gramsci, a pochi decine di metri dalla chiesa parrocchiale, un caratteristico collezionista conserva un inestimabile tesoro nella sua casa d’abitazione e nei locali di una ex officina. Forse non sarà da Guinnes dei primati, ma sicuramente sono pochi al mondo i privati cittadini che possono vantare una simile collezione.
Ex fabbro, artigiano, maniscalco e adesso che si trova in pensione, Augusto Cara, 77 anni, è anche collezionista. Non di francobolli s’intende, ma di oggetti ben più consistenti e voluminosi come lo possono essere i vecchi carri, che un tempo venivano adoperati in Sardegna, nei lavori agricoli, o gli eleganti calessi dei ricchi proprietari terrieri. I locali della sua ex officina di fabbro, in via Gramsci, sono stracolmi di questi caratteristici mezzi di trasporto insieme a vecchi trattori Landini con ruote in ferro, antiche seminatrici con traino a cavallo, motocoltivatori degli anni Venti, macine in pietra, un enorme torchio per l’uva dei primi del ‘800 e tanti altri oggetti agricoli del passato.
Ma il suo vanto sono i vecchi carri: sono ventitré, tra carrette, calessi, carri a buoi e carrettini a traino d’asino, i pezzi gelosamente custoditi dal fabbro. Tutti ben messi ed efficienti oltretutto. Nella passione per la collezione dei carri nessuno lo supera: li restaura con pignoleria, li lucida, e per i preferiti, come un carro a buoi che ha la veneranda di 200 anni, lo tiene addirittura dentro casa in una enorme stanza. Oltre i carri, colleziona anche una miriade di finimenti e selle per andare a cavallo, molti sono antichissimi e ricchi di decorazioni come si usavano un tempo: «ho l’attrezzatura completa per bardare 34 cavalli», precisa l’ex fabbro mostrando gli oggetti appesi in una enorme cucina rustica.
Un collezionista d’eccezione non solo per la quantità, ma anche per la caparbietà che lo porta alla ricerca in ogni parte della Sardegna di questi antichi oggetti senza badare al prezzo che gli fanno pagare i proprietari. Ma caparbio e deciso lo è sempre stato fin dall’età di tredici anni quando lasciò l’azienda agricola paterna per apprendere l’arte del fabbro e di maniscalco presso la bottega di Pasquale Cruccas, in paese. La passione per il ferro battuto, l’arte di ferrare i cavalli e la lavorazione dei metalli lo porta, in seguito, a Villacidro, a Cagliari e poi a Sanluri.
A ventuno anni è ormai un ottimo artigiano ed un esperto maniscalco tanto che, partito militare di leva a Udine, gli ufficiali gli affidano il comando dell’officina della caserma. Rientrato in paese si mette in proprio e la sua bottega di fabbro e di maniscalco diventa ben presto il punto di riferimento per i lavoratori della campagna, sia per affilare i vomeri degli aratri, che per ferrare i cavalli. Da allora molte cose sono cambiate nella sua bottega, ora diventata un’officina moderna gestita dal figlio Jonny dove si lavora l’alluminio e si realizzano complesse strutture in ferro.
Ma l’antica forgia è sempre lì: da un pezzo di ferro, lavorando d’incudine e martello, padre e figlio realizzano i ferri, su misura, per i cavalli. La passione per i cavalli, ne possiede tre, d’altronde l’ha sempre avuta e l’ha trasmessa anche al figlio insieme all’arte di maniscalco. Ha un cruccio però Augusto Cara, che aumenta sempre di più con il passare del tempo: realizzare un museo per mettere in mostra e valorizzare questo ricco patrimonio del passato. Ora però in pensione, e con l’età che avanza, questa determinazione non basta più. Augusto Cara ha un cruccio che aumenta sempre di più con il passare del tempo:vorrebbe realizzare un museo.“Non ho più spazio, i carri e gli oggetti sono accatastati e ammucchiati senza nessun ordine,in tanti mi chiedono di vendere alcuni pezzi pregiati, «per ora resisto, ma non so fino a quando», si lamenta l’ex fabbro. Chiede collaborazione anche alle istituzioni. «Anni fa avevo chiesto di acquistare una vecchia casa padronale, in lardiri, del 1800, con una grande corte ideale per l’esposizione, ma il proprietario l’ha ceduta al Comune per realizzare un albergo diffuso, ora per mancanza di fondi, la struttura sta crollando, «ma ancora oggi sono pronto ad acquistarla, restaurarla e realizzare un museo per essere visitato da scolaresche e turisti e far diventare il paese un punto di riferimento della cultura contadina», dichiara l’ex fabbro.
Dario Frau
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