di Francesco Diana
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Quante volte c’è capitato di trovare una pagina ingiallita di un vecchio giornale, quelle che solitamente le nostre nonne usavano per foderare i cassetti degli armadi, ma quanti di noi sono stati attratti dalla curiosità di saggiarne il contenuto, trattandosi di edizioni abbastanza remote?
Carlo Floris, collinese doc, cui è successo di trovare una pagina ingiallita di una vecchia edizione del periodico edito dalla Curia di Ales, datato 21.09.1959, non ha resistito alla tentazione di leggere il contenuto trovando, fra gli argomenti trattati, notizie riguardanti la Diocesi di Ales, a suo giudizio considerate particolarmente interessanti, non solo in quanto riferite ad un passato abbastanza remoto.
Nella certezza che tali notizie possano interessare anche una parte dei lettori della Gazzetta, per chiarezza di esposizione riteniamo opportuno riportare, di seguito, il testo integrale di quanto dallo stesso segnalato: Tra le memorie del passato che riguardano la Diocesi di Ales, ve ne è una curiosa che tratta la permuta delle due parrocchie: Mara Arbarei cioè Villa e Villa Cidro, avvalorata dalla Bolla Papale del 10 settembre del millesettecentosessantasette, decimo anno del pontificato di Papa Clemente XIII.
La curiosa e altrettanto strana dismembrazione e separazione dei due paesi dalle rispettive “Mense Vescovili”, quella Usellense e quella del Canonicato Cagliaritano, fu decretata da una supplica, come riporta la seguente Bolla Papale:
«… una supplica a Noi presentata del Venerato Nostro Fratello Giuseppe Maria Pilo Vescovo di Usellus e del diletto figlio Diego Cadello Canonico della Cattedrale Cagliaritana, allo scopo di ottenere che, il Vescovo Pilo, possa risiedere d’ora innanzi nella sua diocesi anche durante la stagione estiva ed autunnale, il che gli fu finora impossibile a causa della insalubrità del clima».
I due Vescovi in questione, dovevano godere delle grazie del Pontefice, per far sì che nessuna altra norma avrebbe in futuro potuto annullarla o modificarne il contenuto: «E questa dismembrazione una volta effettuata, Noi dichiariamo debba essere inviolabilmente osservata e compiuta da tutti coloro a cui spetta nel presente e nel futuro. Né da alcuno potrà essere revocata o, sotto qualsiasi pretesto, impugnata o trasgredita: ed il Vescovo Giuseppe Maria Pilo e successori Vescovi e Amministratori della diocesi Usellense e il Canonico Diego Cadello e successori nel Canonicato non potranno essere da chicchessia o da qualsiasi Autorità per qualsiasi causa o pretesto molestati o infastiditi o impediti nel possesso delle surriferite Prebende. Ma questo provvedimento dovrà essere sempre ed in perpetuo valido ed efficace».
Nella stessa Bolla Papale è riportato quanto segue: «…in vista della predetta permuta il Vescovo Giuseppe Maria Pilo considerando essergli necessaria la casa granaria o magazzino come lo chiamano, con annessa cantina costruita dal Canonico Cadello a sue spese, con recipienti ed attrezzi per la confezione del vino e dello spirito che si estrae dal vino, stabilisce di doverla comperare a utilità sua e dei suoi successori; il tutto in località Sa Frontera de sa Mitza, in Villa Cidro, per un prezzo che sarà stabilito da speciali periti. La quale vendita è tanto più opportuna perché in seguito alla permuta delle Prebende, il magazzino non serve più al Canonico Cadello, né è facile venderla ad altro compratore, mentre è sommamente utile al Vescovo di Usellus». Tutto questo con l’approvazione della Sede Apostolica: «…che Noi assolvendoli per questo solo scopo da ogni eventuale scomunica, sospensione, e interdetto da ogni ecclesiastica condanna, censura o pena da cui fossero vincolati, …Ordiniamo che tu nella tua qualità di Vicario Generale Arborense e col consenso del Nostro Carissimo e Serenissimo Principe il Re di Sardegna, il quale per Indulto e Privilegio Apostolico ha da essere udito, dismembri e separi il paese di villa mar, dalla Mensa Vescovile di Usellus e, parimenti tu nella qualità di Canonico dismembri e separi il paese di Villa Cidro dal Canonicato Cagliaritano…»
Il prezzo non è quantificato nella Bolla Papale, poiché dovrà essere determinato da periti con le modalità del pagamento secondo quanto di seguito specificato: «…Verrà costituito un capitale che sarà con regolare pratica investito a censo, cioè in titolo di pensione annua che il Vescovo Usellense e successori saranno tenuti a versare in ragione del 6 per cento come interesse sul capitale stesso…»
Per quanto riguarda le decime, le parti avevano stabilito che non vi era nulla da innovare, circa la divisione del frutto delle decime delle due Parrocchie, anche se la Prebenda di Villa Mar risultava superiore per abbondanza di produzione agraria, rispetto alla Prebenda di Villa Cidro: il Curato di Villa Mar avrebbe continuato ad avere la porzione di Decime che aveva prima, e il Capitolo di Ales esigere quello che si chiama il “requinto” cioè un quinto della quinta parte delle Decime.
«…Per conseguenza: in Villa Mar d’ora innanzi si osserverà la consuetudine cagliaritana, per cui metà delle Decime si pagano in considerazione del territorio domiciliare, e l’altra metà in considerazione dei Sacramenti che vi si ricevono. In Villa Cidro al contrario si osserverà la consuetudine di pagar le Decime interamente in considerazione del territorio domiciliare».
«Dato presso Santa Maria Maggiore nell’anno dell’Incarnazione del Signore Millesettecentosessantasette nel quarto giorno precedenti agli Idi, ossia addì 10, del mese di Settembre, anno Decimo del Nostro Pontificato. Clemente Papa XIII.
Con quanto riportato, pensiamo di aver fatto cosa gradita agli affezionati lettori particolarmente interessati ai richiami del passato.
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