di Marcello Atzeni
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Il regista oristanese, dopo il grandissimo successo con “ L’uomo che comprò la luna”, attinge dal libro di Barbara Alberti, che con lei e Amedeo Pagani cura la sceneggiatura, per descrivere l’infanzia di Maria ambientata in Sardegna. Posti celeberrimi, tra i quali la chiesa di San Giovanni di Sinis, le terme romane di Fordongianus e le “pietre giganti” di Villa Sant’ Antonio.
Zucca affronta la gravidanza di Maria, sposando il testo della Alberti. Oltre l’ambientazione, che è la nostra e non la solita del Maghreb o quella del vicino oriente, è la storia che colpisce.
Zucca, “Quando nelle sale uscì “L’arbitro”, mi riferisco al cortometraggio, venni contattato dalla Alberti. Mi disse che secondo lei dal suo libro si sarebbe potuto trarre un film ambientalo in Sardegna. Anzi, disse, da voi, è il posto ideale”.
Ma non se ne fece nulla, sembrava una delle tante idee che non dovessero vedere la luce. Qualche anno fa sono ripresi i contatti, quelli veri, tra il regista e la scrittrice e così è nato Vangelo secondo Maria.
San Giuseppe è interpretato da Alessandro Gassman, che veste bene i panni dello sposo di Maria.
Maria è la giovane e avvenente Benedetta Porcaroli. Giovane, ma che ha alle spalle già un curriculum di tutto rispetto.
Vangelo secondo Maria è appunto la sua, se così possiamo dire, biografia scritta dalla Alberti. Non esistono gli episodi classici: non stiamo parlando di vangeli classici e neanche di quelli apocrifi. Esistono altre storie: Giuseppe è un artigiano ma con un’ampia veduta del mondo. Ha girato molto, ha conosciuto tanta gente e il suo scibile è notevole. Maria è attratta dal sapere e va alla ricerca della conoscenza.
La famiglia di lei la vende a Giuseppe, “una bimba su cui non avevi intenzione” direbbe De André. E’ un rapporto tra maestro e allieva. Giuseppe sta preparando Maria per andare in giro a fare esperienza, a farsi una cultura. Sono d’accordo che lui le fornirà un asinello sul quale ella andrà a cercare l’ignoto.
Poi, quella che è una sorta d’amicizia, sta per virare nel talamo oramai polveroso. Ma l’incontro non avviene perché nel frattempo l’angelo ha detto a Maria: tu avrai nel grembo il figlio di Dio.
Maria non desidera il figlio di Dio e lo dice apertamente all’angelo. Lei ritiene che ci sia un modo per liberarsi di un erede “scomodo”: tenta il suicidio. Nel libro della Alberti, Maria abortisce. Tema fortissimo e tornato recentemente di grande attualità. Ma Zucca non fa finire il suo film in maniera così forte e per certi traumatica. Il regista oristanese decide di adottare un registro, giusto, che sa di compromesso. Molta bella la fotografia, le musiche. Vangelo secondo Maria è uscito nelle sale con trecento copie, numero notevole che garantisce una copertura nazionale. Attualmente è tra i dieci film più visti in Italia, e i numeri stanno crescendo. Zucca, dopo “L’arbitro”, inteso come lungometraggio e “L’uomo che comprò la luna”, si ripropone ad alti livelli. Anche se si ha la sensazione che il regista originario di Narbolia non abbia ancora raggiunto il massimo. Comunque è un ottimo periodo per la filmografia isolana, nonostante le incertezze dovute a una Film commission Sardegna da reinventare e altre cose da riequilibrare. In conclusione, ancora una volta, il cinema, che sia fatto da sardi o meno, sta facendo scoprire ai forestieri la bellezza dei nostri luoghi. Dunque il connubio tra settima arte e turismo funziona.
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