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Economia Serramanna

Vendemmia: drastico calo della produzione

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Ci sono generazioni differenti a confronto, numerosi oggi in età matura l’hanno conosciuta in piena efficienza, i giovani trentenni e quarantenni conservano un ricordo di gioco e festa della vendemmia che animava i mesi di settembre ed ottobre mentre le nuove generazioni possono solo sentire i racconti ma tutti hanno sotto gli occhi la struttura enorme, oggi chiusa e sotto la responsabilità di un curatore fallimentare, che negli anni d’oro che furono era conosciuta come la cantina più grande d’Europa.

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La vendemmia era lavoro, per tanti, l’estensione di vigneti nelle campagne serramannesi e non solo era di centinaia e centinaia di ettari, oggi l’estensione è decisamente minore, ma la tradizione della vendemmia non si è persa, continua grazie a tutti quegli imprenditori agricoli e piccoli coltivatori che credono e si appassionano alla coltivazione della vite. La vite che così piccola e apparentemente fragile produce un frutto, l’uva, che dalle specie più differenti, prima raccolta, deraspata poi pigiata fermenta e si trasforma in vino. Un processo che racchiude in se un fascino incantevole agli attenti osservatori.

La vendemmia non è mai la stessa, ogni annata è differente influenzata dal clima e dagli agenti atmosferici, si alternano stagioni produttive altre meno. La stagione 2017 ha registrato complessivamente in tutta Italia un calo drastico della produzione a causa del clima siccitoso congiuntamente ai danni provocati dalle gelate del mese di aprile, che hanno ferito e reso improduttivi numerosi vigneti. Nel Campidano, molti vigneti non sono stati interessati dalle gelate primaverili ma le elevate temperature e l’assenza prolungata di piogge hanno ridotto la produzione e reso necessario anticipare significativamente la raccolta. Meno fortunate le aree della Marmilla e Trexenta mentre addirittura nel Sarcidano, dove non cade una goccia d’acqua dal 22 marzo scorso, non solo si è seccato il frutto ma numerose viti non hanno resistito alla siccità.

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Vendemmia che mediamente è volta al termine intorno al 20 di settembre, con un mese di anticipo rispetto alle annate tradizionali, con una produzione che a Serramanna si è attestata in calo tra il 35% al 40%, ma di ottima qualità, che lascia sperare in un’altrettanta produzione di buon vino, ma ogni giudizio è prematuro, soltanto dopo l’estate di San Martino, quando come ricorda il proverbio “tutto il mosto si fa vino” si potrà degustare il primo vino novello.

Elena Fadda

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
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