di Simone Muscas
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Le case della cooperativa S’Arrodia di Villamar dai primi di gennaio sono diventate un effettivo bene di proprietà dei loro possessori.
A leggere la notizia sembrerebbe si tratti di un’ovvietà, eppure non lo è, visto che per ben quarantacinque anni a venti proprietari di altrettanti immobili veniva riconosciuto solo il semplice “diritto di superficie” sulle proprie abitazioni e non l’effettiva titolarità.
Una questione all’apparenza solo burocratica, ma che a quelle venti famiglie ha creato notevoli problemi: su tutti l’impossibilità a vendere i loro edifici o accedere a prestiti per le ristrutturazioni.
Tutto ebbe inizio negli anni ’70 quando la cooperativa S’Arrodia fece richiesta al Comune per avere in concessione un’area del paese per edificare e far quindi richiesta di un mutuo a tasso agevolato. Dopo l’estinzione di quel prestito, avvenuta dopo venticinque anni dallo stanziamento, arriva l’amara scoperta: quelle venti famiglie non potevano essere considerate effettive proprietarie di quelle case per via della presenza, all’interno di quel lotto edificato, di una piccola striscia di terra ancora appartenente alle ex Ferrovie dello Stato.
Per tanti anni la questione è stata di competenza ministeriale, sino a quando, cinque anni anni fa, quel bene demaniale è stato ceduto alla Regione con la quale i soci della cooperativa sono riusciti ad arrivare a un accordo che ha permesso loro di acquistare quel fazzoletto di terra annullando di fatto la difformità. Così il sindaco Fernando Cuccu: «Si risolve finalmente una vicenda che la Cooperativa s’Arrodia, anche grazie all’interesse del Comune, ha chiuso con successo».
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