di Simone Muscas
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Cristiano Scano, di Villamar, sessant’anni, vive a Carmagnola in provincia di Torino dove lavora come florovivaista. Lì ha trovato un equilibrio che lo accompagna anche nella sua seconda vita, quella di pittore, passione che lo ha portato negli ultimi anni a poter esibire le sue opere in giro per la penisola e l’Europa. Un inizio avvenuto quasi per caso: infatti, dopo aver condiviso alcune sue opere sui social, è stato notato da alcuni galleristi che lo hanno invitato a presentare il suo lavoro al pubblico.
Ma chi è l’artista Cristiano Scano e cosa dicono le sue opere? I suoi quadri, rappresentano un’esplosione di tonalità vivaci e vitalità e raccontano molto più di ciò che si vede sulla tela: «Sono infatti – spiega – il riflesso della mia vita fatta di sfide, qualche caduta e rinascite». Dietro quei colori c’è la storia di un bambino cresciuto in condizioni economiche non agiate con un periodo della propria infanzia trascorso in collegio: proprio nella pittura, sviluppata in giovanissima età, ha trovato una strada per riscattarsi: «Sento le mie opere un po’ come la mia rivincita. Un riscatto positivo, una sorta di risposta allegra alle mie difficoltà».
Scano non dà mai un titolo alle sue opere. «Perché dovrei? Non voglio incasellare un’emozione o imporre un’interpretazione. Io dipingo ciò che sento in quel momento e semplicemente lascio che chi guarda trovi la sua strada per capire». E conclude: «Non serve nemmeno capire, basta sentire».
La sua vita è stata segnata da dettagli che lui definisce quasi “mistici”. Racconta infatti che la lettera “V” è stata un filo rosso che ha sempre accompagnato il suo cammino. “Villamar”, il paese dove tutto è iniziato e quindi una serie di eventi della sua vita che spesso ritornano: dal nome della via di residenza per esempio a particolarità legate a lui e suoi amici e familiari più stretti, sino al fatto che le sue prime mostre, fra le tante, si siano tenute a “Vienna” e a “Vicenza”. E, sempre a proposito di lettera “V”, anche la “vittoria”, quella conquistata grazie alla sua arte, che gli ha regalato non solo un secondo “mestiere”, ma soprattutto una ragione di vita.
I suoi quadri non sono solo immagini, sono infatti specchi di un’anima che non si è arresa, che ha saputo trovare nei colori il linguaggio per dire ciò che le parole non potevano spiegare. È l’energia di chi ha imparato a sorridere anche davanti a qualche difficoltà, e ora, attraverso la sua arte, che ci insegna che la perseveranza e la resilienza possono portare a un lieto fine. «La pittura mi ha dato tanto: mi ha insegnato che, anche quando sembra tutto grigio, da qualche parte c’è sempre un po’ di colore che aspetta di essere trovato. Io, quel colore, l’ho messo nei miei quadri. Spero che chi li guarda possa trovarci un po’ di luce anche per sé», conclude Cristiano.
Una delle prossime tappe artistiche potrebbe essere Villamar: proprio il suo paese natale, dove Cristiano non ha mai esposto, ma che porta sempre nel cuore. Anche se è andato via nel 1982, resta il suo punto di partenza di tutto, il luogo che continua anche a ispirare i suoi colori, la sua arte e dove, nonostante l’assenza, ha sempre mantenuto uno stretto contatto. E che, a proposito di lettera “V”, dovrà essere per forza, per misticità o chi per lei, una delle prossime tappe artistiche della sua vita.
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