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ATTUALITÀ

Villamar, la professoressa Laura Bellagotti rincontra le sue alunne dopo oltre cinquant’anni

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di Simone Muscas

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Un momento speciale, intriso di emozione e ricordi. Luana Bellagotti, 76 anni, insegnante in pensione, lo scorso dicembre ha incontrato a Villamar dopo tanti anni, in un viaggio di piacere dalla sua Toscana, le sue ex alunne delle scuole medie dell’anno scolastico 1971/72.

Un evento che ha riportato alla luce un passato fatto di sfide, crescita e amore per l’insegnamento. «Quando arrivai a Villamar nel 1971, il paese era molto diverso da oggi – racconta Luana – c’erano fogne a cielo aperto e le condizioni igienico-sanitarie erano molto precarie. Molte bambine per esempio venivano a scuola senza calze, avevano i geloni alle mani e ai piedi: per questo motivo non mi sentivo di indossare la pelliccia che i miei genitori mi avevano regalato. L’ho chiusa nell’armadio, sentivo che sarebbe stato fuori luogo». Alcune studentesse, provenienti da famiglie numerose, mancavano spesso alle lezioni: «Dovevano restare a casa a badare ai fratellini, così le invitavo nel pomeriggio a casa mia per recuperare: studiavamo insieme, ma facevamo anche passeggiate. Era il mio modo per non farle sentire sole e che valeva la pena investire sul proprio futuro». Per Luana, quell’esperienza fu una vera “palestra di vita”.

Era alla sua prima cattedra e si era ripromessa di mettere in pratica gli insegnamenti della sua maestra, una mentore che in lei aveva lasciato un’impronta indelebile nel suo cuore. Diversa dagli insegnanti tipo dell’epoca, talvolta distanti dai loro alunni e spesso autoritari. «Cercavo di scavare nella personalità delle ragazze, di capire le loro vite e i loro sogni. Non stavo mai seduta in cattedra e tenevo la porta aperta. Volevo coinvolgerle e, prima di tutto, farle sentire protagoniste». Questo approccio innovativo fece di Luana una figura rivoluzionaria per le sue alunne, oggi sessantaseienni, che raccontano di un metodo di insegnamento rivoluzionario, tutte concordi sul fatto che, didattica e disciplina, veniva trasmessa con entusiasmo e passione, e quelle conoscenze le hanno messe a tutte a frutto in competenze importanti nella propria sfera familiare, sociale e anche lavorativa. C’è chi, proprio grazie alle sue lezioni, ha intrapreso la carriera da insegnante. Un risultato non scontato che ha permesso a una generazione di ragazze ancora oggi di ricordarla con affetto e gratitudine.

Tra gli aneddoti che Luana ama raccontare ce n’è uno particolarmente significativo. «Un giorno arrivai a scuola senza trucco e una ragazza mi chiese: “Professoressa, come mai non si è truccata?” Risposi con un sorriso: meglio senza trucco che in ritardo. Era un piccolo gesto, ma volevo far capire che la sostanza nella vita conta più dell’apparenza».

Alla rimpatriata molte sue ex alunne l’hanno voluta omaggiare con un regalo speciale: un amuleto della tradizione sarda. «È stato un gesto che mi ha commossa – confessa -. Un modo per dirmi che ciò che ho seminato in quegli anni ha dato dei frutti. Una di loro mi ha raccontato di aver chiamato sua figlia Luana in mio onore: non avrei mai potuto desiderare un regalo più bello».

Oggi Luana guarda a quei giorni con gratitudine. «Ho lasciato un pezzo del mio cuore a Villamar. Sono felice di aver trasmesso non solo nozioni, ma anche valori». La sua storia è un inno alla vita e alla passione per il proprio lavoro. Una lezione che non si trova sui libri, ma che resta indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incontrare una maestra come lei.


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