di Albertina Piras
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Settembre è un mese di grande rilevanza per il Cile e per la comunità cilena in Italia, in quanto si celebra la Fiestas Patrias, una festività che unisce e rafforza l’identità nazionale. In occasione di queste celebrazioni, l’associazione cilena locale ha deciso di realizzare un evento particolarmente significativo: la creazione di un nuovo murale a Villamar, in Sardegna. Quest’opera non sarà solo un tributo al Maestro Antioco Cotza, ma anche un momento di riflessione sui progressi compiuti dall’associazione dal 2017, anno in cui vinse il primo Bando Dicoex, sostenuto dal Ministero degli Esteri del Cile.
Con i fondi ricevuti nel 2017, fu creato il primo murale a Villamar, in collaborazione con Antioco Cotza. Da allora, l’associazione ha continuato a promuovere progetti artistici e culturali, e con il murale di quest’anno, arriveranno a cinque le opere murarie realizzate nel comune. La nuova creazione non sarà solo un contributo artistico, ma un simbolo della collaborazione tra diverse realtà associative e fondazioni.
L’evento verrà inoltre documentato dalla regista Viola Ledda, che insieme all’associazione realizzerà un documentario finanziato dalla Fondazione Sardegna. Questo progetto filmico rappresenterà una testimonianza visiva dell’impatto culturale e sociale di questi murales e delle attività svolte negli anni.
Anche quest’anno, come in passato, l’iniziativa sarà supportata da collaborazioni consolidate, come quella con l’Associazione Assemina e Medea. L’unione di queste forze dimostra come il lavoro collettivo possa contribuire a trasformare e arricchire la comunità, offrendo momenti di condivisione e cultura.
Pur consapevoli che l’arte non può cambiare radicalmente il mondo, i membri dell’associazione credono fermamente che possa comunque renderlo più colorato e meno cupo. Attraverso l’arte, il murale diventa così non solo una decorazione murale, ma un messaggio di speranza, dialogo e continuità con il passato. Questo evento è un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di coltivare legami con il proprio patrimonio culturale, non solo come strumento di memoria, ma anche come mezzo per costruire un futuro più luminoso.
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