di Dario Frau
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È scomparso all’età di 94 anni Delio Cherchi.
Una persona che ha caratterizzato la vita della comunità nel corso della sua esistenza.
Apparteneva alla famiglia Cherchi, proprietari terrieri di antiche origini, che ha condizionato e influito sulla vita economica e sociale del paese, per tanto tempo.
La famiglia è discendente del capostipite Juan Querqui o Kerki, poi Cherchi, come si rileva dal registro dei battesimi del 7 maggio 1767 (fonte L. Mamusa), che diede inizio alla casata. Nelle delibere comunali del secolo XIX, questa famiglia (con i diversi rami parentali) era spesso presente nella vita amministrativa del paese, sia come sindaci, notai, segretari ecc. Delio Cherchi di quella origine aveva ereditato la signorilità e il portamento. Diplomatosi all’Istituto Agrario, aveva una cultura particolare, attento a tutte le innovazioni: “i Cherchi avevano rivoluzionato l’agricoltura in paese, negli anni Venti, con l’introduzione dei primi trattori, trebbia e altri macchinari”, ci teneva a evidenziare.
Era un affabile conversatore, molto preparato in tanti settori e una “memoria storica” della vita paesana e nonostante i problemi di salute, sopravvenuti, negli ultimi tempi, fino alla fine, raccontava di fatti, persone e avvenimenti del paese: una fonte di notizie molto utili per la pubblicazioni di articoli anche per La Gazzetta del Medio Campidano, di cui era un affezionato lettore.
Si era anche impegnato nella vita amministrativa del paese, come vice sindaco, nelle elezioni del 1964, eletto in una lista di moderati (socialisti e democristiani e Psd’Az con Giuseppe Saba sindaco) che aveva superato due liste: una di destra e una di sinistra.
L’appartenenza a una famiglia benestante non aveva influito e condizionato la sua vita: riservato, conduceva un’esistenza sobria e semplice: “un signore d’altri tempi”, si potrebbe definire! Aiutava e prestava aiuto a chi aveva bisogno, ma in modo schivo e discreto: “quando tu fai beneficenza, non sappia la tua sinistra quello che fa la destra”, come dice Matteo, nel Vangelo.

Per tanti anni è stato, infatti, “l’Anonimo benefattore”. Durante le interviste (per l’Unione Sarda e per la Gazzetta del Medio Campidano) vi era l’obbligo di non menzionare il suo nome quando elargiva dei contributi e donazioni varie sia alla comunità sia ai singoli cittadini. E sono stati numerosi i beneficiari di queste donazioni: famiglie bisognose, giovani in difficoltà economiche, e/o chi aveva avuto imprevisti della vita, tanti si rivolgevano a lui. Un filantropo, dunque, potrebbe essere definito Delio Cherchi. E filantropo lo era di sicuro quando elargiva i “bonus cultura” per gli studenti, con l’unica condizione per chi aveva conseguito la maturità: continuare gli studi all’Università.

Un filantropo anche quando assegnava un assegno, per i nuovi nati: ogni anno le nuove mamme ricevevano questo particolare omaggio, “Un modesto contributo alle spese del vs piccolo, con tanti bellissimi auguri da parte di una famiglia di Pabillonis. Un riconoscimento per voi, per aver contribuito all’incremento demografico del paese”, era il biglietto che accompagnava l’assegno bancario.
Capiva e sentiva il problema della diminuzione delle nascite, per questo, cercava di contribuire, a modo suo. Per lui che non si era mai sposato e che non aveva figli, era quasi un “impegno” aiutare le nuove vite e premiare i giovani studenti.
Apprezzava soprattutto l’impegno e il sacrificio dei ragazzi che provenienti da famiglie meno abbienti, riuscivano a raggiungere alti obiettivi, come la laurea. Con discrezione e riservatezza, si procurava l’elenco dei diplomati, laureati e nuovi nati e puntuale “staccava l’assegno”, accompagnato da una pergamena ricordo. Con l’andare del tempo, era difficile mantenere l’anonimato e allora era lui stesso a ricevere a casa sua, nel palazzo Cherchi, in pieno centro storico del paese, gli studenti e dopo un breve, ma significativo discorso, dava l’assegno ai ragazzi. Oltre a questo, sono state anche altre le donazioni verso la comunità. Diverse volte aveva contribuito con somme cospicue, alla ristrutturazione della chiesa parrocchiale e anche alla realizzazione di alcuni parchi alberati alla periferia del paese, lungo la strada per Gonnosfanadiga. Sono passati diversi anni e il Parco dei Bambini, così desiderò fosse chiamato, è diventato ormai un punto di riferimento per attività sportive e del tempo libero.
Un’eredità molto importante per le nuove generazioni del paese a cui Delio Cherchi teneva tanto: lui stesso, in persona, alla guida del trattore con l’aiuto dei nipoti, nelle giornate estive, innaffiava le piantine che rischiavano di seccarsi, come anche nell’altro parco, realizzato su un terreno donato dalla signora Graziella Cirronis, vicino al cimitero. Ora Delio Cherchi è scomparso, ma la sua opera di altruismo e generosità rimarrà nella comunità, che l’ ha apprezzato, sia come figura che per queste opere di bene: la presenza al funerale, di una folla numerosa e di tanti bambini che portavano fiori è la testimonianza della loro gratitudine verso il filantropo e benefattore del paese.
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