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ATTUALITÀ

Guspini,  “Come me, miliardi” l’ultimo lavoro del giovane cantautore Lorenzo Tuveri

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di Maurizio Onidi
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Dopo “Canzoni Romantiche “il primo Ep uscito il 31 marzo del 2023 che conteneva 5 brani: “Sognatore”, “Fuoco d’artificio”, “Stanza d’hotel”, “Canzoni romantiche” e “Pronto a vincere”, il giovane cantautore guspinese Lorenzo Tuveri ha pubblicato “Come me, miliardi” che è disponibile sulle piattaforme dal 19 settembre.

È un viaggio sonoro che sussurra verità semplici e profonde.
Questo EP raccoglie storie intime, frammenti di vita quotidiana.
«Ogni brano è uno specchio: parla di noi, di chi siamo. Dalle insicurezze, ai piccoli momenti di luce che ci fanno sentire vivi, è musica che abbraccia, consola e ci ricorda che non siamo soli» dichiara l’artista. «Lo definisco uno spazio sincero, fatto di parole scritte per chiunque abbia mai amato, perso, sperato o semplicemente vissuto. In questo Ep ci sono cinque brani scritti da me e prodotti da Marco Carta (2wenty9) e Simone Frau. Raccontano me e altri miliardi di persone. In ogni traccia viene raccontata una storia diversa che in primis è la mia, ma subito dopo è quella di tutti quelli che vi si ritrovano. In questo mio secondo progetto» precisa il cantante, «Ho voluto dare un senso e un ordine a tutti e cinque i brani. Anche la tracklist ha un ordine logico e preciso. Si parte da “Ricordi Duracel”, che è stato l’inizio del viaggio. Nel brano canto “E se esistesse un treno verso i sogni lo prenderei” con queste precise parole volevo che cominciasse l’Ep. Prosegue “Pierrot”, una ballad moderna e profonda, poi “Tutto Un Senso”, un brano con cui ho avuto la possibilità di sperimentare nuove sonorità, raccontando quella che è la vita di tutti i giorni. La penultima traccia, “Metti Che è un vero e proprio atto di coraggio”, parla della fine di una storia d’amore. Dell’accettazione e dell’elaborazione. Dal far finta che le cose ormai da tempo stavano andando male, alla consapevolezza del presente. L’ultima traccia, “Buonanotte”, una vera e propria dedica universale. Ha un testo autentico e profondo, con pochi strumenti, principalmente il piano. Do la buonanotte a chiunque in quell’ istante mi stia ascoltando. È un abbraccio a chi si sente perso, a chi ha perso e a chi ha imparato ad amare le proprie cicatrici. Non promette che tutto passerà, ma ricorda che non si è soli. Soprattutto ricorda che ognuno di noi ha il diritto di sentirsi a pezzi, di fermarsi, di respirare. E questa canzone vuole essere proprio questo: uno spazio sicuro, una fiamma che non brucia, ma riscalda piano».

RIPRODUZIONE RISERVATA
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