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ATTUALITÀ

Marirosa Falzoi: “Il nostro obiettivo è rivolto alle nuove generazioni affinchè conoscano usi e costumi del nostro territorio”

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La ricerca e la riscoperta delle tradizioni sono tratti caratteristici di una comunità. L’Associazione culturale tradizioni popolari nasce a Serramanna il primo dicembre del 2016 come gruppo di amici – otto soci fondatori, tra cui la presidente Marirosa Falzoi e Nicola Porceddu vicepresidente – con l’intento di proporre e diffondere la ricchezza delle tradizioni locali e quindi coinvolgere i bambini e le loro famiglie nella valorizzazione del patrimonio culturale. Allo stato attuale il gruppo è guidato da cinque soci del direttivo; gli iscritti, tra frequentanti e sostenitori, sono circa una settantina. Per le prove di ballo utilizzano un locale nell’ex scuola elementare di piazza Gramsci, e ci sono 14 bambini che partecipano costantemente alle prove, e una ventina di adulti. Con l’autofinanziamento  fanno fronte alle spese di ordinaria amministrazione; abiti e trasferte.

Marirosa Falzoi

Alla presidente rivolgiamo qualche domanda e le chiediamo prima di tutto in che cosa consiste questo loro impegno.

«Il nostro impegno è rivolto principalmente alle nuove generazioni. Per il terzo anno promuoviamo il progetto Tradizione a scuola. Si tratta di un’iniziativa per far conoscere ai bambini le caratteristiche dell’abbigliamento tipico, le differenze fra le diverse zone della Sardegna nell’utilizzo dei diversi tessuti e accessori. Dopodichè, in un secondo momento, ci concentriamo sul discorso del ballo che porta con se la musica e l’atmosfera di festa e celebrazione, civile e religiosa, e restituisce alla memoria lo stile di vita dei nostri avi e in questo contesto parlare di ballu tundu che rappresenta il tratto comune nelle diversità fra zona e zona.  Nelle intenzioni –  prosegue la presidente – c’è anche il desiderio – nell’attesa di conoscere meglio gli adempimenti burocratici – di approfondire la parte relativa alla cucina e alla lavorazione dei prodotti tipici sardi; pane, pasta e dolci. Abbiamo avuto diverse esperienze di laboratori di cucina, come “Manisceddas e Malloreddus”. Laboratori realizzati di recente per la manifestazione Frades e per il Festival internazionale del folclore, durante i quali i bambini hanno preparato i malloreddus che poi hanno mangiato prima di concludere, come di consueto, con un ballo».

Cosa c’è ancora da conoscere e da riscoprire nel patrimonio tradizionale serramannese?

«Fra le altre attività, ci dedichiamo alla ricerca dell’abbigliamento effettivamente in uso qui a Serramanna, dall’Ottocento ai primi del Novecento. Abbiamo alcune fonti su cui proseguiamo con la collaborazione di molte famiglie che si dimostrano molto disponibili e raccontarci fatti ed esperienza. Vestiti e fogge, capi di abbigliamento rimasti trascurati, conservano la loro bellezza e meritano di tornare a nuova vita. Penso ad esempio, nel costume femminile a su pitturrulleu – questo termine compare nel volume Costumi di Sardegna di Chiara Samugheo – o  mucadore ‘e pitturras, il fazzoletto adoperato per coprire la camicia sul petto. Abitudine questa imposta dal tempo dei Gesuiti. Vi sono altre varianti, nel nord come nel sud Sardegna. Mentre nel vestito maschile sempre presente la giacca. Per quanto riguarda Serramanna, abbiamo voluto riproporlo nell’abito tradizionale, anche dal momento che arricchisce nel colore ed esalta il lato estetico. Abbiamo inoltre rilevato che nell’intera zona del Medio Campidano, i costumi sono molto simili fra loro, proprio in termini di continuità stilistica con una differenza notevole rispetto ai territori dell’interno».

Per quanto riguarda la tradizione religiosa?

«Sul tema religioso cerchiamo di rivalutare la recita del Rosario in sardo. Con l’aiuto di signori anziani abbiamo saputo come all’epoca della loro giovinezza le preghiere fossero recitate e cantate».

Le attività nel futuro prossimo?

«Dai primi di ottobre ricominciamo con i corsi di ballo sardo per bambini e adulti e riproporremo, per la fine di ottobre  ” Is Animeddas”, laboratorio  durante il quale decoriamo ciambelle con diverse forme che danno ampio spazio alla creatività di bambini e adulti che durante la scorsa edizione si sono affiancati molto volentieri. Entreremo a far parte della manifestazione del circuito Terra accogliente, organizzata dall’Amministrazione comunale e Serramanna partecipera’ con un festival internazionale letterario, che  si svolgerà a metà ottobre. Sulla base di tre macro aree e diversi vicinati, vi saranno delle attività . La nostra associazione si occuperà di organizzare l’animazione – con  laboratori e qualche mostra, che faranno da contorno alle varie presentazioni di libri – nel vicinato assegnatoci che , dalla chiesa patronale arriva fino alla zona di Bau arena, periferia verso Villasor. Nella cornice di questo evento, presso la sala Montegranatico riproporremo anche la mostra “le foto raccontano come eravamo”, mostra  di  fotografie antiche e qualche abito serramannese originale ritrovato,  tra i quali anche  un prezioso costume, appartenente al paese di Villanova Monteleone, risalente al 1830, che la nostra associazione ha ricevuto in dono».

Giovanni Contu

RIPRODUZIONE RISERVATA
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