Il 17 di questo mese ci ha lasciato all’età di 78 anni Ian Kiernan. Famoso ambientalista e velista australiano, fondatore dell’evento internazionale “Puliamo il mondo”. Fu proprio durante una regata competitiva in solitario, nel 1986 che Kiernan si rese conto dello stato di inquinamento dei nostri oceani soprattutto a causa della plastica. Al rientro di questa manifestazione sportiva decise di organizzare un evento per ripulire il porto di Sidney, al quale aderirono circa quaranta mila volontari. Da quel momento, l’evento si è diffuso in 120 paesi , diventando un appuntamento mondiale che annualmente mobilita “decine di milioni di persone”. Con questa motivazione nel 1998 gli venne assegnato il premio del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite. Restando nel campo dei rifiuti, da alcuni anni incombe un altro grande pericolo, quello rappresentato dalla “spazzatura dello spazio”. Cresce l’allarme delle agenzie spaziali che vede in prima linea l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per le possibili collisioni fra satelliti e detriti spaziali che si muovono liberamente attorno alla terra. A partire dal 4 ottobre 1957, data del lancio da parte della Russia, dello Sputnik 1, primo satellite artificiale ad essere messo in orbita attorno alla terra, è scattata la corsa allo spazio. Come non ricordare la cagnetta Laika o Neil Armstrong , primo astronauta che il 20 luglio del 1969 mise piede sulla luna. Ebbene, in oltre cinquant’anni di esperimenti, nello spazio è stato lasciato di tutto, sonde, parti di razzi e tanto altro ancora. Una vera e propria pattumiera che rappresenta un grosso problema non solo ambientale ma anche di sicurezza ed economico se pensiamo ai satelliti utilizzati per le comunicazioni. Nel corso del 2017 sono stati messi in orbita più di quattro mila satelliti, militari, civili, commerciali mentre si stimano in oltre venti mila gli oggetti che attualmente rappresentano il traffico orbitante intorno al nostro pianeta. Di questi ben il novantacinque per cento è costituito da satelliti inattivi, frammenti o altro. Come tutte le cose anche questi strumenti che l’uomo manda nello spazio, non sono immortali. Hanno una vita limitata ed ecco che allora diventano “immondizia”. È evidente che sia arrivato il momento di cominciare a pensare alle soluzioni per dare una ripulita allo spazio. Non facilita certo la totale assenza di leggi internazionali che disciplinino la materia. Ne consegue che nessuno si preoccupi di riportare a casa la spazzatura, finita la gita. Ancora una volta dobbiamo riscontrare che la maleducazione dell’essere umano impera in cielo, in terra e in ogni luogo. Rendiamo omaggio a Ian Kiernan che ha saputo sensibilizzare milioni di persone e auspichiamo che i suoi insegnamenti ne contagino ancora tanti e tanti milioni, in particolare tocchi il cuore dei governanti affinché veramente si possa “pulire il mondo” che lasceremo alle future generazioni.
Maurizio Onidi
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