Il 10 ottobre scorso il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau insieme ai presidenti dei Gruppi consiliari aveva raccolto la richiesta unanime di lasciare inalterate le sedi Inps sedi da parte dei sindaci dei Comuni, dei rappresentanti dei comitati provinciali dell’INPS, delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, della Confindustria e della Confapi nel corso di un’assemblea alla quale aveva partecipato anche la direttrice regionale dell’Istituto. Proprio in quell’occasione tutte le parti intervenute avevano ribadito la propria contrarietà al progetto di riorganizzazione degli uffici territoriali con la trasformazione in punti Inps di otto agenzie (Isili-Senorbì, Tempio, Alghero, Ozieri, Ghilarza, Sorgono, Siniscola, Macomer) e il possibile ridimensionamento di quelle di Assemini, Carbonia e Lanusei. Un’eventualità sempre più probabile visti i nuovi parametri per il mantenimento degli attuali presidi nei territori introdotti dal Regolamento di attuazione del decentramento territoriale emanato dall’Inps lo scorso 21 settembre. Un piano di riordino fondato su tre pilastri: la presenza di una popolazione residente superiore ai 60 mila abitanti (attualmente sono 28 mila), una pianta organica di almeno 10 dipendenti e la possibilità, per almeno il 60 per cento della popolazione di raggiungere una struttura Inps della stessa provincia in meno di mezzora partendo dal Comune di residenza con un mezzo proprio. La permanenza di un’agenzia dell’Istituto nel territorio, secondo le indicazioni della Direzione generale dell’Inps, sarà condizionata dalla presenza di almeno due delle tre condizioni.
Tutti aspetti ribaditi nella lettera dell’Inps ricevuta nei giorni scorsi nella quale si sottolinea che <<il nuovo regolamento rientra in un più ampio progetto di ripensamento dell’articolazione dei processi produttivi dell’Istituto segnando il passaggio da una situazione in cui ogni struttura era chiamata a coprire potenzialmente tutti gli ambiti operativi ad un modello che prevede invece operatività differenziate tra le diverse sedi dell’Istituto>> con la rassicurazione che <<per la chiusura di un’agenzia territoriale, laddove sia disposta, l’Istituto garantisce in ogni caso il presidio territoriale mediante l’istituzione di un Punto Inps>> che secondo la direzione generale <<continuerebbe a garantire, anche nei territori caratterizzati da particolari carenze infrastrutturali e criticità sul piano economico e sociale, la presenza fisica di personale qualificato per la gestione dei servizi informativi e consultivi>>.
«Quanto ribadito dai vertici dell’Istituto>> ribatte il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ,«non ci conforta perché questa riforma così strutturata è inadeguata per la Sardegna e i presunti risparmi non riuscirebbero a coprire l’aumento dei costi sociali che potrebbero triplicare. Faremo sentire la voce della Regione nelle sedi opportune e anticipo azioni forti da parte del Consiglio regionale che porterà avanti le istanze dei territori interessati».
No alla chiusura delle sedi Inps, sì a un tavolo di confronto col Ministero

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