Negli ultimi due anni sono 2.626 i cittadini provenienti da paesi che non fanno parte dell’Unione europea giunti in Sardegna con un permesso di soggiorno. Tra questi, 1.335 sono persone che hanno ottenuto lo status di rifugiato (o alle quali è stata riconosciuta altra forma di protezione) e che attendono responso alla propria richiesta di asilo. La quota più numerosa è rappresentata dai nigeriani (325), a seguire i bengalesi (97), ghanesi (96), senegalesi (78). Negli ultimi tre anni, in base ai dati di una recente indagine quantitativa realizzata dall’Osservatorio per la Cooperazione allo Sviluppo, i territori in Italia hanno realizzato ben 614 interventi per un totale di oltre 193 milioni di euro.
L’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu ha ricordato come «la Regione Sardegna ricopre il ruolo di Autorità di Gestione del programma di cooperazione transfrontaliera ENI CBC MED (European Neighbourhood Instrument – Cross Border Cooperation – Mediterranean) sino al 2020 con il coinvolgimento di differenti soggetti dell’area del Mediterraneo tra autorità locali, regionali, nazionali, università, istituti di ricerca, Ong, cooperative, organizzazioni rappresentanti di interessi economici e sociali, imprese e altre organizzazioni private sulla base di una dotazione finanziaria di 209 milioni di euro». La Giunta ha inoltre avviato progetti di cooperazione in Senegal, Uganda e Tunisia.
«Con il Piano regionale per i flussi migratori», chiarisce Filippo Spanu, «abbiamo definito una programmazione unitaria e strategica per la gestione di un fenomeno che va inquadrato e gestito tenendo conto delle specificità del contesto della Sardegna».
I flussi immigratori in Sardegna e il piano di gestione fino al 2020

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