L’utente medio della Caritas diocesana di Cagliari è italiano, maschio, single e senza dimora. La “fotografia” viene offerta direttamente nel dossier illustrato dall’Arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, con il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai offrendo così uno spaccato davvero preoccupante. Ed eccole le percentuali dei più assidui frequentatori dei Centro d’ascolto: uomini per il 62 per cento con i single, celibi e nubili che crescono del +5,8 per cento rispetto all’anno scorso. Il problema abitativo riguarda circa il 43,8 per cento degli assistiti (54,8 per cento maschi) e il dato che fa ancora più riflettere è l’aumento del numero dei laureati in difficoltà che tocca il 4 per cento.
C’è un mondo dei più sfortunati che emerge in tutti i suoi numeri. Complessivamente hanno utilizzato i servizi 18mila utenti (85 per cento italiani) sono stati distribuiti in media 577 pasti al giorno per un totale di oltre 210mila. I migranti che hanno ricevuto soccorso sono stati oltre 1600.
I bisogni più richiesti sono stati in prevalenza di natura economica (28,7 per cento), occupazionali (24,7 per cento), legati all’immigrazione (13,4 per cento) e all’abitazione (12,3 per cento).
“Occorre recuperare la cultura del lavoro” sottolinea monsignor Miglio, “e per riuscirci bisogna cominciare a guardare ai lavori da riscoprire, che hanno bisogno di essere rivalorizzati”.
“Il dossier è impostato su due punti” spiega don Marco Lai, “il primo riguarda l’analisi dei bisogni e della povertà in base ai dati dei nostri centri di ascolto, il secondo le azioni necessarie per fare in modo che dal disagio rinasca un sistema sociale”.
Chi sono i poveri sardi: maschi, singoli, senza casa e anche laureati

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