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ATTUALITÀ

I tesori di Serrenti quando era sommersa dal mare

Coa Margine: l’avvoltoio di pietra (foto di F. Tocco)
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di Fulvio Tocco

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Per raccontare la storia geologica della Sardegna, è vero, occorre partire da molto lontano, oltre 570 milioni di anni fa, nel Precambriano.
Nessun’altra regione dell’Europa racchiude, in uno spazio così ristretto, una così ampia e dettagliata testimonianza.
Ma in realtà il processo che ha portato all’assetto geologico attuale della Sardegna si è concluso molto di recente, nel Quaternario.
Si può quindi intuire quanti avvenimenti si siano succeduti nel frattempo.

Coa Margine: la volpe di pietra (foto di F. Tocco)

Un pezzettino di questa storia può essere letta nelle colline calcaree dell’agro di Serrenti e dei comini limitrofi.

Nelle campagne di Serrenti, tra quelle di Guasila, Samatzai e Nuraminis, si rincorrono le colline calcaree, formando un paesaggio incredibilmente bello ed estremamente vario sia da un punto di vista morfologico che monumentale.
Osservando questo itinerario collinare, in due di queste località, Sa Tellura e Coa Margine è possibile ammirare tre opere artistiche modellate dalla natura nelle rocce dure farcite da quelle friabili da sempre ignorate.

Sa Tellura: il fantasma (foto di F. Tocco)

Tra l’autunno dell’anno 2019 e l’estate 2020 sono state individuate tre opere scultoree stupende.
La prima si trova in località “Sa Tellura” e rappresenta l’immagine di un “fantasma” che esce da un anfratto per affacciarsi sulla ventosa golena attraversata da “Riu Fraitzu” che parte della vicina sorgente di Santu Pedru in agro di Samatzai.

Le altre due si trovano sulla parete rocciosa di “Coa Margine” che si affaccia sulla s. s. 131, all’altezza della frazione di Villagreca tra Serrenti e Nuraminis, e rappresentano l’immagine di un avvoltoio in piedi all’interno di una nicchia e di una volpe guardinga protetta da una cavità oscura che può essere vista da lontano.
La configurazione delle forme di questi due “animali”, è talmente vicina a quelle naturali, da farli apparire come un avvoltoio e una volpe pietrificati sul posto da vivi.

Queste scoperte recenti sono un ulteriore conferma che la Sardegna intera è un immenso patrimonio naturale, uno scrigno zeppo di tesori più o meno conosciuti.
Chi l’avrebbe mai detto che le predette formazioni rocciose fossero così splendide? Conservano curiosi monumenti naturali che raccontano storie lontane.
Quel che ora sappiamo è che ci sono.
Sono un libro da leggere perché narrano il percorso di vita delle rocce, di alcune località dell’agro di Serrenti, quando erano ancora sommerse dal mare.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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