Mauro Velati, Amore di Dio e amore del prossimo, la carità di Albino Luciani, ed. Messaggero Padova
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di Giovanni Contu
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Sulle orme di Cristo e nello spirito di carità, Giovanni Paolo I, ha dedicato la propria esistenza per l’edificazione delle anime, dagli anni di formazione sacerdotale fino al ministero petrino.
Nell’agile saggio, “Amore di Dio e amore del prossimo – La carità di Albino Luciani” pubblicato dalle edizioni Messaggero di Padova, l’autore Mauro Velati ripercorre i tratti salienti della vita del beato Giovanni Paolo I proponendoci una lettura dei momenti più significativi nell’arco della sua vita, dall’infanzia in famiglia, in seminario fino all’episcopato e il breve periodo da pontefice. Fin da subito, nel giovane Albino cresciuto fra le montagne bellunesi, emerge la costante sensibilità di fronte a tutte le forme di sofferenza, morale e materiale che ancora affliggono il nostro tempo.
Racchiuso in sette brevi capitoli preceduti dall’introduzione e corredato da un riferimento bibliografico essenziale, il testo offre una visione d’insieme, limpida, molto attuale, su alcune vicende di vita quotidiana da riscoprire e lasciare alla memoria collettiva nelle quali monsignor Luciani – da sacerdote, poi vescovo di Vittorio Veneto fino a patriarca di Venezia. Compare l’evidenza del carisma con cui ha saputo rispondere in modo adeguato ed efficace alle sollecitazioni di una società in trasformazione, dalla ricostruzione post bellica fino al consumismo e successiva crisi sociale, con fede costante, semplicità e sempre grande carità – Mio Dio ti amo sopra ogni cosa… e per amor Tuo amo il prossimo come me stesso…
Papa Luciani ci ricorda che il peccato, allontanarsi da Dio, costituisce il primo e più forte vincolo di schiavitù ed oppressione, scaturigine di ogni forma di sfruttamento morale e materiale e di una visione distorta del potere appagato solo dall’amor proprio.
A scanso di questo pericolo, la sua figura oggi come allora rinforza l’esortazione per riscoprire la voce di Dio nelle tante sofferenze del prossimo – probabilmente la sapientia cordis che riconosceva in Giovanni XXIII – non per freddo dovere ma col sorriso, come nell’immagine attraverso la quale Albino Luciani rimarrà nella nostra memoria.
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