Abbiamo sempre creduto che si aprissero le porte della vita subito dopo l’adolescenza. Pare che non sia più cosi; paradossalmente è curioso che molte novità oggi arrivino dall’iniziativa di persone che propriamente giovanissime non sono.
Assistiamo all’ampia diffusione delle attività promosse dall’Università della Terza Età, ai viaggi e vacanze organizzati dalle associazioni Anni d’Argento e dai circoli over sessanta. Sappiamo, è notizia recentissima, che la popolazione avanza negli anni e da ultimo, una ballerina ultraottantenne straripante catalizza l’attenzione del pubblico di San Remo.
Un gruppo di anziani ad esempio, è politicamente capace di competere autonomamente con i gagliardi quarantenni verosimilmente in difficoltà. Nei loro confronti si adoperano Berlusconi, Scalfari, vicino al secolo e Prodi, leggermente più giovane. La storia insegna; nella fusione dei rottami si rischia la scottatura.
Magari i giovani, forse fra trent’anni, andranno al salvamento dei nostri nipoti; chi può saperlo. Ma intanto, cosa sarà dei nostri figli?
Non per voltare tutto in commedia però nel ricordare il vecchio adagio – l’aggettivo è puramente casuale – di Totò secondo il quale i giovani servono solo per certe cose e molte volte nemmeno per quelle, sembrerebbe che, ancora una volta, agli anziani spetti l’ultima parola.
E così sia.
Giovanni Contu
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