Mara Lapia deputata del M5S ha denunciato come sabato scorso sia rimasta vittima di un’aggressione con tanto di pestaggio alla Lidl di Nuoro. Un uomo l’aveva aggredita e, apriti cielo, ecco che dopo la sua denuncia si è scatenata l’inquisizione verso “l’uomo violento” che “se la prende con una donna”.
Commenti univoci e concordi. Perché no? Poi la ridda di cambi di versione sulla vicenda con tanto di audio, filmati e interviste che cambiavano un po’ la sostanza della vicenda. Tanto che da una vicenda “semplice” ne viene ora fuori una vicenda “torbida” proprio per il gran numero di versioni della diretta interessata e per le testimonianze diverse sull’accaduto dei testimoni. Tutte da prendere con il beneficio d’inventario, s’intende. Però proprio tutte (le versioni).
Andiamo con ordine: nell’intervista a Radio Capital ieri Mara Lapia parla di violenza subita nell’ascensore del discount di Nuoro ma alla polizia (risulta dai verbali) parla del “vano davanti, un andito molto stretto, uno spazio chiuso”. Particolari insignificanti? Si, certo. Lei stessa poi conferma di “non essere mai entrata nell’ascensore” che porta al piano alto dove ci sono i parcheggi delle auto.
Ma nell’intervista a radio Capital, Lapia parla di due pugni uno ricevuto nell’ascensore e un altro vicino alle macchine. Particolari trascurabili? Sicuramente. Ma si hanno anche le testimonianze di alcuni presenti all’interno della Lidl di Nuoro dove l’intera vicenda è nata e poi si sarebbe trasformata in quella che all’inizio è apparsa come la classica “brutale aggressione” verso la “Donna”.
Però, proprio delle rappresentanti del mondo femminile nei panni di lavoratrici (nella fattispecie proprio della Lidl di Nuoro aggiunta un’infermiera che si trovava a fare spesa) avrebbero dato la loro versione sulla vicenda.
Le due lavoratrici (donne) raccontano di come la Lapia avesse subito una improvvisa doccia di coca cola causata da una maldestra manovra. Apriti o cielo! La deputata si è sentita in dovere di rimproverare le operatrici del discount facendo osservare il valore delle proprie scarpe (in camoscio) aggiunti gli altri abiti che non avrebbero fatto il paio con tutti i loro stipendi.
L’infermiera di Nuoro presente al momento ha poi smentito il pestaggio così come ha fatto anche un’altra testimone, una donna di Orani, che ugualmente si trovava sabato alla Lidl di Nuoro.
Certo, rimane la sesta costola sinistra incrinata (non fratturata ma, si sa, bisogna essere professionisti per avere proprietà di linguaggio tecnico) e la vicenda appare ancora tutta da definire. Però dalla denuncia alla verifica dei fatti già ci sono molte differenze. O incongruenze. Meglio aspettare le indagini e le risultanze della magistratura.
Lapia, ma quante versioni esistono di questa “brutale aggressione”?

























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