I dati (nudi e crudi) parlano chiaro e dicono come i poveri siano in aumento in Sardegna. Infatti, secondo i dati Istat, nel 2017 i poveri rappresentavano il 17,3 per cento della popolazione e se si raffronta con quello del 2016 dove si leggeva il dato del 14 per cento appare chiaro come la crescita sia notevole (oltre i tre punti percentuali).
La conferma arriva ancora da un altro dato: ben in settemila si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas sarda in cerca di aiuto. L’identikit di chi si rivolge alla Caritas parla di persone per lo più senza un lavoro, con un titolo di studio medio-basso e quasi tutti con sulle spalle una famiglia. Dati e rilievi sono tutti contenuti nel Report 2018 riguardante ”povertà ed esclusione sociale in Sardegna” e divulgati dalla direzione regionale della Caritas.
Chi rivolge alla Caritas mostra di avere bisogno prima di tutto di cibo. A seguire ci sono gli aiuti economici per poter pagare le bollette e le tasse, per acquistare farmaci o saldare prestazioni sanitarie oppure un aiuto per trovare lavoro o casa.
Ma non sono soltanto i bisogni primari a gettare una fosca luce sullo stato sociale sardo. Sempre il report riporta infatti dati allarmanti sulla cosiddetta povertà educativa perché nel 2017 si è registrata l’incidenza più alta in Italia di giovani che non hanno proseguito gli studi dopo la licenza media: ben il 21 per cento contro il 14 per cento della media nazionale. Davanti a questi dati, la Caritas chiede alla Regione di istituire l’Osservatorio sulle povertà, già previsto da una legge del 2005 e mai diventato pienamente esecutivo.
Per l’Istat Sardegna sempre più povera e la Caritas chiede di istituire l’Osservatorio

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