di Fulvio Tocco
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Luigi Usai, un precorritore in Sardegna delle attività motorie in una palestra attrezzata.
Negli anni ottanta, a Sanluri, è stato il primo in assoluto a svolgere le funzioni di trainer multidisciplinare in una struttura, da lui fondata, in via Riva Nino Villasanta.
L’attività ha seguito le regole associazionistiche imposte dalle federazioni sportive nazionali con la figura del presidente e del trainer dell’associazione locale.
L’associazione era presieduta da Maria Matta (la moglie), con le responsabilità tecniche in capo a Luigi Usai trainer.
Le prime discipline introdotte furono il karate, la ginnastica dolce e la difesa personale.
Nell’arco di pochi anni, da persone lungimiranti, attrezzarono di tutto punto la sede dove svolgevano l‘attività, e aprirono le prime palestre a Sardara e San Gavino.
Nell’anno 2007 fu inaugurata a Sanluri la nuova, e più ampia, palestra di via San Giovanni della quale è attualmente responsabile il figlio Ignazio che ha seguito le orme del padre.
Luigi Usai racconta la sua esperienza
IL PRIMO VIAGGIO IN SVIZZERA
Tutto ebbe inizio da un viaggio in Svizzera con mio padre per andare a trovare mio fratello Francesco (Checco) che faceva il cuoco in un noto locale di Zurigo. Il titolare del locale, signor Nik, una persona squisita, dopo avermi ascoltato, mi fece il contratto di lavoro come aiutante per tenere in ordine il suo locale. Da uomo di compassata esperienza, per trovarmi a mio agio, mi diede il tempo per rientrare in Sardegna con mio padre, organizzarmi, e ripartire con più comodità.
IL SECONDO VIAGGIO E IL DISASTRO DELLA DIGA DEL VAJONT
Il 10 di ottobre del 1963, col contratto in tasca, partì di nuovo (da solo) per Zurigo. Quella data non la dimenticherò mai. Mentre ero in treno circolò la notizia che la notte prima ci fu il disastro della diga del Vajont: una delle pagine più drammatiche della storia italiana del ventesimo secolo. La tristezza si coglieva nei volti dei passeggeri del treno. A bassa voce non si parlava d’altro. In quel viaggio avevo colto la gravità della situazione senza leggere i giornali. Arrivato a destinazione la prima cosa che mi dissero fu del crollo della Diga. Poco dopo dai giornali venni a sapere che la fuoriuscita d’acqua era talmente tanta che aveva spazzato via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè. Parlarono di duemila morti.
AL CAFÉ NIK BAR DI ZURIGO
All’età di 19 anni iniziai la mia carriera di factotum al Café NIK Bar di Zurigo. In quel posto di lavoro, svolgevo molte e disparate mansioni. Di norma, alle 5 del mattino facevo colazione con la moglie del titolare, la Signora Nik veniva chiamata. Poi fino alle 9 del mattino seguivo le pulizie; completavo le otto 8 ore di lavoro dando una mano in cucina. Mai un’ora in più perché in Svizzera lo straordinario non esisteva. Nelle ore libere, dopo che avevo conosciuto meglio il quartiere dove abitavo, mi sono iscritto in una palestra di Judo.
LE PRIME ESPERIENZE IN PALESTRA
Da ragazzo mi affascinavano le arti marziali e mi ero iscritto in una palestra di Judo. Sul tatami ero abbastanza bravino. Durante la caduta, la testa non deve toccare mai il tappeto. Lo judo è un’arte marziale molto bella ma non sopportavo le cadute spalle a terra per cui cambiai disciplina e scelsi il Karate. Però dello judo devo dire è stata un’esperienza che mi ha fatto entrare in contatto con dei veri valori. Ripeto una bella esperienza formativa.
A SCUOLA DI KARATE
Il Karate prevede più livelli durante il percorso di apprendimento. La scuola che frequentavo era improntata sull’amatoriale per cui dopo che avevo appreso le prime conoscenze in quella palestra frequentai una scuola più professionale nel comune di Schlieren nelle vicinanze della città di Zurigo. Sapevo che in quest’ultima palestra c’era un maestro molto bravo.
DA FREQUENTATORE A GESTORE DI UNA PALESTRA
Una volta che mi conobbero in quell’ambiente, Antonio il titolare della palestra che frequentavo prima, mi chiese di gestirgliela. Per cui seguivo la sua palestra come incarico fiduciario e proseguivo a frequentare la scuola di Karate più professionale.
A SCUOLA DI MASSOFISIOTERAPIA
In contemporanea m’iscrissi a una scuola privata di Massofisioterapia. Sai cos’è la Massofisioterapia? La Massofisioterapia è la disciplina sanitaria che utilizza il massaggio terapeutico e la manipolazione manuale per la cura di diverse patologie muscolo-scheletriche. Si esegue praticando un insieme di diverse manovre a mano libera sul corpo e serve a lenire dolori muscolari o articolari, ridurre l’affaticamento muscolare soprattutto dopo un allenamento sportivo, eliminare tensioni che possono avere origine da stress o cattiva postura e in generale aiuta a procurare benessere fisico. La materia mi piaceva tanto per cui superai l’esame e mi diedero l’attestato. Già quando frequentavo la scuola privata avevo l’idea di rientrare in Sardegna per mettere in pratica ciò che avevo acquisito in Svizzera nell’ambito delle arti marziali e ovviamente della massofisioterapia.
AL RIENTRO IN SARDEGNA
Nel 1984 rientrai in Sardegna e a far data dal 15 di settembre ero già operativo nella palestra nei locali che avevamo preso in affitto a Sanluri in via Riva Nino Villasanta. Uso il plurale perché avevamo iniziato l’attività come Associazione sportiva. Mia Moglie Maria era la presidente dell’associazione ed io svolgevo la funzione di Trainer. Mentre in Svizzera era già scoppiato il boom delle palestre da noi c’era tanto spazio libero. La nostra, appunto, fu l’unica a Sanluri. Infatti la sala dove si prativa il karate, la ginnastica dolce e la difesa personale era frequentatissima. I giovani s’iscrivevano per farsi i muscoli. Era il periodo in cui il culturismo prenderà forza nelle palestre di ginnastica.
I SOCI FREQUENTATORI
Tanti dei frequentatori provenivano dai paesi vicini. All’epoca, oggi mi viene un pochino da sorridere, la motivazione dei giovani per venire in palestra era principalmente di tipo muscolare/edonistico, dove ciò che importava era principalmente l’esibirsi e il mostrarsi, questo fino a tutto il 2000. Successivamente la spinta era più orientata verso la salute, alla prevenzione e alla globalità dell’attività. Man mano che passarono gli anni lo star bene si inseriva in un nuovo quadro di riferimento sociale. I mutamenti sociali in corso hanno, infatti, spostato l’attenzione su nuovi bisogni e nuove esigenze, l’euforia dell’esibirsi se ne è andata, e anche sul versante del corpo si sta assistendo ad un’inversione di tendenza: ora si ha molta più cura del proprio corpo.
APERTURA DELLE PICCOLE PALESTRE NEI COMUNI DI SARDARA E SAN GAVINO
Considerato che la forma associazionistica era già attiva, con un minuto investimento avevamo aperto una piccola palestra da 70 mq, nel comune di Sardara, in Via dei platani; successivamente un’altra nel comune di San Gavino. In quella di San Gavino mi aiutava mia moglie. Per raggiungermi faceva dei sacrifici enormi: prendeva il pullman, poi il treno e dopo una bella camminata arrivava in palestra. Era iniziato il boom delle attività fisiche anche in Campidano per cui la richiesta era tanta e la sede di Sanluri non era abbastanza capiente. In attesa di realizzare una grande palestra a Sanluri avevamo allargato l’attività nei paesi contermini. L’idea era quella di aprirne una anche nel comune di Serrenti, però il lavoro era già tanto perché nel contempo avevo preso servizio come massaggiatore presso le Terme di Sardara dalla dr.ssa Mossa. Attività che avrei potuto seguire a Cagliari anche nel primo decennio del 2000 al Centro di fisioterapia sarda. Addirittura mi sollecitarono con 5 raccomandate. Ma preso com’ero dai problemi che si erano verificati nella realizzazione di questa struttura di via San Giovanni non ci andai.
PASSAGGIO DI TESTIMONE
La mia attività a tempo pieno è praticamente cessata quando abbiamo compiuto 50 anni di matrimonio e anche dopo 36 anni di ininterrotto servizio. Purtroppo ha coinciso anche con l’evento della pandemia.
Il 2020 sarà ricordato per sempre come l’anno del Coronavirus. Difficile dimenticare la sofferenza e l’impatto che ha avuto questo virus sulla vita di ogni cittadino del mondo. Molti si sono ammalati, altri sono riusciti a guarire e altri ancora purtroppo sono morti perché non hanno avuto la forza per sconfiggerlo.
L’attività della palestra ha subito oltre la chiusura un forte rallentamento per cui anche io ho cessato l’attività in forma continuativa. Ora, anche se fisicamente mi sento ancora in forma, assicuro la presenza solo quando è necessario.
Attualmente la struttura è gestita da Ignazio con la collaborazione dei figli Riccardo e Nicole. È in buone mani!
CONCLUSIONE
Oggi posso dire, senza tentennamenti, che l’aver dato spazio alle mie passioni sulle arti marziali è stata una gran bella avventura. Salvo qualche bruto momento vissuto nella fase d’inizio lavori di questa struttura, ora posso dire che tutto sommato non è andata male. Dopo 36 anni di attività sono abbastanza soddisfatto per aver reso un servizio prezioso a diverse generazioni di sanluresi e a tanta gente dei paesi vicini.
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