di Giovanni Angelo Pinna
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Nella vita reale perfette o rasentanti la perfezione. Profili attraenti sia fisicamente che intellettualmente, persone sensibili verso il prossimo, pronte ad essere il “bastone” che sostiene chi sta loro vicino e evitando “cadute disastrose”.
Persone apparentemente attente a tutto nelle quali si riconoscono i più antichi valori tramandati per generazioni, oggi però quasi dimenticati: persone capaci di presentarsi al prossimo come amiche e allo stesso tempo il compagno o la compagna perfetta che mai tradirà ma anche amanti passionali, si occupano della casa, dei figli. Sono persone perfette agli occhi di chi le guarda e cerca di scavare nel loro passato per conoscerle meglio.
Poi, però, la doppia vita creatasi, i più delle volte, nel mondo virtuale protette da quale monitor che le separa dalla loro vittima prescelta: una realtà inimmaginabile, una verità le cui consapevolezze, spesso, arrivano sempre troppo tardi, come un schiantarsi a 200km/h senza cinture, senza airbag, contro un muro in cemento armato.
Qui, tutte queste persone, esternano e lasciano il posto al loro irrefrenabile bisogno di apparire perfette agli occhi degli altri: sia sotto l’aspetto dei bisogni di sicurezza (dove subito viene trasmessa quella voglia di chiamarle amiche con le quali poter fare qualsiasi cosa senza pericoli), sia sotto l’aspetto dei bisogni associativi (con loro sembra quasi non esistere segreto: sono un libro aperto, le persone perfette con cui condividere tutto della nostra vita) che sotto l’aspetto della stima (persone che subito attraggono perché sempre sul podio della classifica della persona perfetta, dei propri bisogni sempre soddisfatti e della loro capacità di autorealizzarsi sotto ogni aspetto).
Vale una regola, su internet, proprio come nella vita reale: non è tutto oro quel che luccica e, se brilla troppo, molto probabilmente è solo un “ottimo falso” che solo le persone più attente possono riconoscere.
Parallelamente alla nascita dei social sono nate diverse scuole che insegnano come ascoltare, come leggere e come riconoscere tutte queste persone. Non scuole che vogliono allontanare la nascita di rapporti tra persone, non programmi che incentivano il distanziamento sociale ma percorsi che, alla fine, permetteranno di smascherare tutte queste persone (si, perché uno dei problemi alla base di tutte queste violenze, è anche il senso di sicurezza e perfezione che tramite i social ecc viene trasmetto e che pochissime persone riescono a riconoscere nel prossimo quando ci scrive o parla).
Programmi e percorsi, tutti tecnologici (nella forma di incontri online tenuti da esperti psicologi e psichiatri, da “esperti del dialogo”, quando da persone rimaste scottate nella vita, quando da autorità o enti che si occupano della sicurezza della persona, anche online…), che permettono di aprire gli occhi verso una verità prima che questa possa diventare, irrimediabilmente e senza poter tornare indietro, una crudissima realtà.
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