La Zona economica speciale della Sardegna prende forma e inizia l’iter ufficiale verso la sua istituzione. E si contano 2.770 ettari di aree collegate a zone portuali che godranno di semplificazioni amministrative e fiscali per favorire lo sviluppo di imprese già insediate o che in quel perimetro sceglieranno di insediarsi.
La Giunta ha approvato il Piano strategico della Zes già sul tavolo del Governo per il via libera finale. La particolarità e novità, rispetto alle altre regioni, è che la Sardegna ha scelto di istituire un’unica grande Zes mettendo in rete i sei porti con aree retroportuali così da fare della sinergia un vero punto di forza.
Cagliari avrà 1628 ettari di Zes, Portovesme dunque Carbonia-Iglesias (110 ettari), Olbia dunque nord-est Sardegna (180 ettari), Porto Torres con Sassari e Alghero (500 ettari), Oristano (219 ettari) e Ogliastra (56 ettari) a perfezionare il Piano, con le indicazioni arrivate direttamente dai territori.
La Regione ha dunque deciso di creare un’unica zona economica speciale “a rete”, coinvolgendo tutti i sei porti con le rispettive zone retroportuali utilizzando come pilastro centrale del progetto il porto di Cagliari per poi coinvolgere tutti gli altri porti con aree industriali adiacenti. In queste aree oltre all’ampliamento dell’utilizzo del credito d’imposta, la Regione si impegna a sperimentare forme di semplificazione burocratica come per esempio a un Suape per le Zes così da favorire l’insediamento di nuove imprese grazie anche a procedure più snelle.
Le imprese, all’interno della Zes, potranno godere di credito d’imposta (massimo 50 milioni), raccordo con altri strumenti nazionali e regionali, contratti di sviluppo, accordi per l’innovazione, contratti di investimento, incentivi all’occupazione e procedure di aiuto alle imprese cofinanziate con risorse comunitarie.
Zona franca? No, Zona economica speciale (Zes). L’iniziativa della Regione

























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