Dopo la nomina del nuovo direttore di Sardiniapost, fuga in massa dei suoi collaboratori

Alle dimissioni in massa dei collaboratori esterni di Sardina Post subito dopo la nomina del nuovo direttore, ora si susseguono quelle di due redattori come Pablo Sole e Francesca Mulas Fiori. Tutto questo dopo le dimissioni del direttore Giovanni Maria Bellu per contrasti sulla linea politica imposta dall’editore e padrone del gruppo imprenditoriale Tirrenia di Vincenzo Onorato perché ora il quotidiano online e il magazine non avranno più due “storiche” firme. E ai due redattori dimissionari si aggiunge anche il ritiro delle firme di Lilli Pruna, Paolo Nori, Daniela Pani, Luciano Marrocu e Paolo Fadda, tutti intellettuali, editorialisti, collaboratori e sostenitori della testata. «Abbiamo visto crescere questo progetto»,  spiegano, «conquistare credibilità e autorevolezza nel sistema dell’informazione regionale e nazionale, diventare un punto di riferimento importante, uno strumento di osservazione della realtà quotidiana della Sardegna e del funzionamento delle istituzioni». Dopo la premessa, le accuse: «Ora questo percorso si interrompe con l’intervento dell’editore Onorato, che impone esplicitamente una linea politico-editoriale amichevole nei confronti di Matteo Salvini e che pretende di sospendere alcune fondamentali regole della professione giornalistica». Un punto, quest’ultimo, denunciato dal direttore uscente nel commiato ai lettori e che ha provocato l’intervento dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e Associazione della stampa sarda. «Nessuno», si legge in un comunicato congiunto, <«uò mettere in discussione i cardini del giornalismo come lo intendiamo in Occidente caratterizzato dal contraddittorio e dal rispetto della verità sostanziale dei fatti. Ordine dei giornalisti e Assostampa seguiranno con attenzione puntuale le vicende di una testata che le capacità e il prestigio del fondatore hanno reso da subito una voce significativa dell’informazione non solo sarda».