Uscito oltre un anno fa, il libro di Luigi Atzori, ufficiale di Finanza in pensione e appassionato di storia militare. Il libro d’oro dei nostri eroi “Martirologio dei soldati di Serramana”, Tipografia 3 ESSE editore, racconta una parte importante di storia serramannese; quella dedicata ai reduci e martiri caduti nelle diverse guerre alle quali il popolo sardo ha partecipato con onore.
Si tratta di persone comuni, giovani operai, agricoltori, artigiani, impegnate in lavori di ogni giorno che, richiamate alle armi, hanno affrontato sacrifici e rinunce per amor di patria. Portano una croce sul petto e il loro nome è scritto negli annali, ad imperitura memoria.

Con la prefazione di Maria Grazia Cossu, l’opera costituisce uno spaccato delle vicende belliche sarde. Nel primo capitolo viene narrato il coraggio e l’ardimento dei Dragoni di Sardegna in difesa del golfo cagliaritano occidentale, nell’attuale Margine Rosso, attaccato dalla potentissima squadra navale francese, per poi proseguire con le prime campagne di guerra del Regno d’Italia da poco costituito, fino alla guerra italo-turca del 1911-1912. Al ricordo dei dispersi e dei caduti si uniscono le testimonianze dell’esperienza vissuta in guerra; a questi ultimi è dedicato il sesto capitolo, in conclusione del libro. Qui compare, in prima persona, l’interessante racconto, tratto da un libro di Giulio Bedeschi, di un tenente dei bersaglieri il quale, durante un’adunata di veterani dopo la guerra, incontrò per caso un suo ex soldato, il serramannese Vittorio Limoncino, pluridecorato e con la medaglia della Campagna di Russia.
Nel testo, viene riportata la leggenda del Milite ignoto, la storia del parco delle Rimembranze, a Serramanna e del monumento ai caduti eretto nella Piazza Martiri. Fra le tante, si segnala una menzione per dei Cavalieri di Vittorio Veneto e per i decorati delle due guerre mondiali.
Il volume, realizzato con un taglio storico, raccoglie una serie di dati e riferimenti precisi sui fatti, sul dispiegamento di forze e sui teatri di guerra europei. Il testo, oltre il valore simbolico e di memoria storica, è correlato da una ricca galleria fotografica e si adatta alle diverse esigenze, da quelle divulgative alla ricerca più approfondita.
La particolarità dell’azzurro intenso nella copertina si ricollega alla tradizione che, per noi italiani, si riferisce al colore della Casa Savoia e che quindi viene riservato per le più alte e nobili decorazioni al valore. Un’opera che merita attenzione; la lettura scorrevole permette un piacevole viaggio nel tempo alla riscoperta delle gesta eroiche dei nostri soldati
Come è nata l’idea di un libro dedicato ai caduti?
«Durante le visite in cimitero, qui a Serramanna, notavo la foto di un marinaio il cui nome che non compariva nel monumento ai caduti. Da questa circostanza è nata la curiosità di ricostruire la sua vicenda militare. E come la sua quella di tanti altri di cui si sapeva poco. Poi, è evidente, per celebrare il centenario dalla conclusione della Grande Guerra e per ricordare la generosità e l’amor di patria, due parole di cui il significato si è un tantino sbiadito; penso ad esempio alla medaglia d’argento conseguita nella battaglia di Dògali o al sacrificio del Milite Ignoto. Vorrei ricordare in modo specifico anche la vicenda dell’incrociatore Fiume battaglia di Màtapan (un promontorio in Grecia), naufragato durante la Seconda Guerra Mondiale. Risultarono dispersi tre marinai serramannesi. Colgo occasione per precisare che il nostro paese, Serramanna ha avuto 10 medaglie d’Argento al valor militare, fra le due guerre, 17 medaglie di bronzo e 15 croci di guerra tutte a al valor Militare (i gloriosi Nastrini Blu). La ricerca mi ha portato anche all’estero. Durante lo scorso giugno sono stato a Saragoza, per un breve pellegrinaggio, dove è sepolto un nostro compaesano, Arixi Francesco, combattente nella guerra di Spagna. Per il suo sacrificio gli abbiamo riconosciuto un tributo alla memoria, in presenza del console onorario italiano della città che ci accompagnava. Le storie da raccontare sarebbero davvero tante».
Qual è la fonte principale da cui lei ha tratto le informazioni?
«La fonte principale è l’Albo d’Oro N° 19, che contiene 13.602 nomi di caduti durante la prima guerra mondiale. Una copia di questo volume è in possesso del comune di Serramanna, dal 1936 (la prima edizione, quella del Lazio, risale al 1924) un documento molto importante, un vero e proprio tesoro consultabile e che sarebbe bene valorizzare in modo sempre più intenso, nel quale sono registrati oltre 600000 nomi di soldati, nelle diverse Forze Armate, chiamati alle armi e impegnati nelle campagne di Guerra. In passato venivano distribuite nelle biblioteche comunali i volumi con le informazioni sui caduti in guerra. Nel nostro caso, qui a Serramanna, si tratta di un vero e proprio tesoro. Venne custodito inconsapevolmente – l’ho trovato impacchettato – dal 1956 e per fortuna preservato da una distruzione sicura. Qualche tempo prima della pubblicazione del mio libro, alcuni anni fa, è stato restaurato artigianalmente – a mie spese – e oggi dunque, ha recuperato la forma originaria».
Quanto tempo le è stato necessario per realizzare l’opera?
«Dal momento in cui ho cominciato, quattro anni in tutto. Ho avviato le ricerche nel 2014 – nel centenario dalla vigilia della Grande Guerra – e inizialmente pensavo di concludere in tempi brevi. Praticamente il primo conflitto mondiale ha coinciso, per durata, con il tempo necessario per il mio lavoro di documentazione su cui non avevo nessuna esperienza. Posso dire di essermi formato sul campo».
Si tratta di un lavoro concluso oppure esiste la possibilità di approfondire l’argomento?
Ci mancherebbe, la ricerca prosegue! Ho avuto proprio recentemente informazioni riguardanti altri due decorati, uno serramannese di origine e il secondo, di un altro paese, sposato e residente a Serramanna, i cui nomi vanno aggiunti all’elenco esistente. Cercherò di mantenere viva l’attenzione sull’argomento con il mio entusiasmo di sempre e pensare alla prossima pubblicazione».
Giovanni Contu
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