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STORIA DI CASA NOSTRA

Pabillonis, Efisio Orrù fu ucciso il 6 settembre del 1943 da un soldato del campo di aviazione di Sa Zeppara

Efisio Orrù
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di Dario Frau
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Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, furono centinaia di migliaia i cittadini italiani che persero la vita a causa della guerra. Le cifre parlano di oltre 400 mila vittime, di cui 330.000 militari e 85.000 civili. Anche il paese di Pabillonis pagò il proprio tributo di sangue alla “patria”, furono undici i soldati caduti e dispersi nel conflitto e tre i civili che persero tragicamente la propria vita mentre erano intenti alle loro attività quotidiane. Tra questi, Evangela Serpi che morì, insieme a 120 vittime civili, a Gonnosfanadiga, durante il bombardamento aereo americano del 17 febbraio 1943. La giovane pabillonese aveva allora 17 anni e per motivi di lavoro, come domestica, si trovava nella casa della famiglia di Ludovico Marras. Nello stesso giorno del bombardamento di Gonnosfanadiga, vicino al camposanto di Pabillonis, invece, fu colpito a morte, sempre da un aereo americano, Antonio Orgiu di 20 anni, un giovane che lavorava nei campi. Gravemente ferito, fu caricato su di un carro trainato da un cavallo e alcuni contadini lo portarono in paese, poiché aveva perso molto sangue, poi nell’ospedale di Santa Mariaquas a Sardara, e poi, essendo assai grave, fu trasferito a Oristano, dove morì il 9 marzo 1943. Si salvò, invece, benché ferito, Ignazio Melis, che per primo soccorse Antonio Orgiu. Un altro civile che morì tragicamente, sempre, in questa guerra, il 6 settembre del 1943, fu Efisio Orrù. In paese, pochissimi conoscono la sua tragica fine. Efisio Orrù, nato nel 1881 a Pabillonis, era sposato con Maria Rosa Bandino, nata a San Gavino Monreale il 20 dicembre 1884; dal matrimonio nacquero quattro figli: Giuseppe, Giovanni (Nico), Virginia e un’altra figlia che morì prematuramente. Efisio, svolgeva l’attività di contadino e oltre alle varie occupazioni nei campi, provvedeva anche ad altre incombenze, come il taglio della legna da ardere che serviva per le esigenze della famiglia.

Nel mese di settembre/ottobre si provvedeva a fare la riserva di legna, costituita soprattutto da modditzi e murdeghu, che veniva “tagliata” nel salti e nelle montagne di Pardu Atzei e Gentilis, territori di Gonnosfanadiga e Guspini, poiché a Pabillonis scarseggiava. Era ciò che faceva da sempre anche Efisio Orrù; la provvista della legna era un compito che non si poteva tralasciare, neppure in periodo di guerra. Pabillonis, nonostante non fosse particolarmente coinvolto in importanti azioni belliche, aveva però sperimentato direttamente qualche episodio che metteva in apprensione la comunità: il rombo degli aerei americani e inglesi terrorizzava i cittadini che si nascondevano nei rifugi antiaerei, alcuni semplici e poco efficienti, perché erano delle buche coperte di tavole e canne, altri però, più solidi e più sicuri, realizzati in cemento armato presso le famiglie più agiate, come quello ancora esistente nella corte della ex casa Diana (ora fa parte di una macelleria) in pieno centro storico.

Nonostante una certa paura, la vita continuava e anche Efisio Orrù, il sei settembre del 1943, a pochi giorni dell’armistizio, con il suo carro a buoi, procedeva lentamente verso le campagne di Guspini per caricare la legna che aveva tagliato nei giorni precedenti. Era partito di notte per arrivare nelle prime ore del mattino e avere il tempo di caricare il carro per far ritorno a casa in giornata. Per accorciare, aveva preso una strada di campagna che passava vicino al campo di aviazione militare che si trovava in località Sa Zeppara, tra il territorio di Guspini e Pabillonis.
Questa pista di volo era stata iniziata nel 1940 con maestranze di tutto il territorio e terminata a metà del 1942. L’aeroporto era strategico per la sua collocazione geografica in cui era posto, si trovava nell’immediato entroterra della costa sud occidentale dell’Isola. “Il 6 agosto 1943 arrivarono a Sa Zeppara, la 351ª e 360ª quadriglia del 155° Gruppo da caccia Pantere Nere della Regia Aeronautica, al comando del maggiore Duilio Fanari. Il campo di volo fu bombardato il 5, il 7 e l’8 settembre del 1943 da aerei anglo americani. Il 10 settembre, successivamente all’armistizio di Cassibile e il ritiro dei tedeschi dalla Sardegna, la 351ª e 360ª squadriglia si trasferirono a Elmas”.

Fu proprio in questo contesto di alta tensione militare che avvenne la tragica morte di Efisio Orrù, che, completamente all’oscuro delle vicende belliche di quei giorni, passò vicino al campo di aviazione e alle tre del mattino fu ucciso, come descrive la vedova Maria Rosa Bandino nella pratica inviata al Ministero del Tesoro perché le venisse liquidata la pensione per la morte del marito avvenuta per “fatti di guerra”; “…mio marito Orrù Efisio sopra indicato si recava, la notte del 6 Settembre 1943, col proprio carro a buoi da Pabillonis alle campagne di Guspini per caricarvi legna da ardere per la provvista della propria famiglia, senonché, nel passare nelle vicinanze del campo di aviazione, ivi allora esistente ai confini tra i comuni di Guspini e di Pabillonis, venne fatto segno a colpi di arma da fuoco da parte di un militare ivi di servizio uccidendolo”. La salma del povero contadino fu, in seguito, portata nel cimitero di Guspini e ivi seppellita.

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