Si va al completamento di Piazza San Lussorio o meglio a quello che rimane di questa Piazza, divenuta oramai al proprio interno autentico ricettacolo di immondizia di qualsiasi genere. Sotto gli occhi di tutti il fallimento di un progetto che oltre il danno provocato a un sito riconosciuto tra l’altro dalle norme urbanistiche regionali come bene identitario, ha generato un ingente sperpero risorse pubbliche stimabili in oltre i tre milioni di euro, così come ampiamente documentato dalle cronache dei giornali di questi ultimi anni. Roba da far accapponare la pelle. Nessuno ha pagato ne economicamente, ne politicamente.
La giunta comunale a questo punto corre dunque ai ripari e con atto n.142 del 6 settembre delibera di approvare il progetto di fattibilità tecnica ed economica redatto dall’ing. Alessandro Pani per un importo complessivo di euro 306.251,03. Somma che dovrebbe essere finanziata tramite il bando dell’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici per il finanziamento relativo alla realizzazione e completamento di opere pubbliche e infrastrutture. Il progetto prevede il risanamento con trasformazione in spazio verde dell’area interna quella che ha fatto riaffiorare tracce di un sito archeologico stratificato e nella parte più superficiale l’antico cimitero del paese e resti dell’antica chiesetta di San Lussorio. Con questo intervento, si spera l’ultimo, dovrebbe finalmente chiudersi il dossier Piazza San Lussorio. La Piazza cuore del centro storico più amata dagli arburesi. L a piazza delle beffe e dello spreco di soldi pubblici. Il salotto buono è diventato luogo di desolazione e di tristezza. Una ferita ancora aperta che difficilmente potrà essere rimarginata.
Gianni Vacca
UNA FERITA APERTA
Piazza San Lussorio il salotto buono degli arburesi non c’è più, da una decina d’anni. Da quando un’assurda scelta di riqualificazione urbanistica priva di qualsiasi logica e buon gusto decise che il bello andava cancellato. Che quella piazza fatta in quella maniera , con tanti fiori, luogo di aggregazione e punto di riferimento per intere generazioni non doveva più esistere. La memoria storica impietosamente cancellata e rasa al suolo. Con arbitrio e prepotenza. A nulla valsero le vibranti proteste della popolazione, delle numerose associazioni culturali e di alcune forze politiche che ben presto capirono lo scempio che quel progetto così orgogliosamente presentato da una classe politica cieca e arrogante nulla aveva a che vedere con la Piazza e la sua bella storia. (g. v.)
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