di Fabiola Corona
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Where do I belong? (“Qual è il mio posto?”), il primo album musicale di Elisa Vinci, arriva su Spotify. Sanlurese di 25 anni, Elisa si conferma un’artista a tutto tondo tra musica, scrittura e teatro. Così, dopo la recente pubblicazione della sua prima raccolta di poesie, Fragments of life (“Frammenti di vita”), Elisa arriva questo mese nelle principali piattaforme di streaming musicale (Spotify, Apple music, Amazon music, Google play, per citarne alcuni) con 12 brani in lingua inglese dal sound rock-blues.
Come è nato “Where do I belong?”?
Il disco è nato come risultato di vari brani che ho scritto nel corso degli anni, i più vecchi risalgono al 2009, quando ero in prima superiore. Alcuni sono storie di amori non corrisposti, altri sono più brani di protesta, mentre altri ancora disegnano delle sensazioni descritte un po’ come fossero dei mostri interiori, come nel caso di Where do I belong?, brano in cui parlo dell’ansia e da cui l’album prende il nome. Tutte le canzoni che compongono il mio disco sono molto personali.
Quanto lavoro c’è dietro la registrazione di un disco musicale?
Davvero tanto. Frequentando l’associazione culturale “Suoni&Voci” di Pirri, ho avuto modo di mettermi in contatto con l’insegnante di batteria Marco Caredda, che è anche fonico e produttore. Abbiamo inizialmente registrato a distanza, per ovvi motivi, e un paio di mesi dopo siamo riusciti a incontrarci nel suo studio a Senorbì, dove abbiamo potuto lavorare ai brani nel dettaglio. Al progetto hanno collaborato anche Giorgio Carta, bassista brillante e mai banale, Enrico Piccioni, chitarrista eccezionale e molto meticoloso, Giorgia Serra, violinista valida e capace, e Michele Bargigia, insegnante meraviglioso e pianista professionista.

I testi delle canzoni sono tutti in lingua inglese, come mai questa scelta?
Sì, i 12 brani che compongono l’album sono tutti in inglese, sia perché la trovo una lingua molto musicale sia perchè non mi viene naturale scrivere musica in italiano. Infatti, per me ogni lingua ha un posto diverso nell’arte: l’inglese lo trovo nella musica, lo spagnolo nella poesia e l’italiano nella prosa e nella recitazione. Ovviamente tutte queste lingue si intercambiano e ci sono artisti geniali che riescono a intersecare perfettamente tutte queste arti e comporre opere eccezionali.
A quale genere musicale è identificabile il tuo album?
Diciamo che è un album rock-blues. Inizialmente avevo l’idea di dare vita ad un disco più acustico, poi invece ho deciso di rafforzare i brani con vari strumenti capaci di dare più significato e potenza ai miei brani. L’unica canzone che si differenzia dalle altre è As a friend, proposta in una versione speciale piano-voce.
Quali cantanti e suoni hanno ispirato la tua musica?
Ce ne sono tanti, perché ascoltando molta musica e tanti generi, capita che alcuni artisti ti influenzino anche inconsciamente. Mi sento sicuramente in dovere di citare Eric Clapton, Nina Simone e Ray Charles. Avendo però ascoltato generi diversi, e in diversi periodi della mia vita, l’album varia dal rock al blues e a volte anche al jazz, generi sicuramente collegati tra loro e che mi hanno ispirato moltissimo soprattutto nei brani più recenti.
Hai in programma di registrare dei video musicali?
Proprio in questo momento mi sono messa in contatto con una troupe e stiamo progettando il video musicale di Where do I belong?, singolo che uscirà prima dell’album, come anteprima. Vi posso già anticipare che tutti i video di prossima realizzazione hanno un tema in comune: leggende e mostri sardi. Mi piace l’idea di collegare in qualche modo le mie origini ad un progetto internazionale, in modo da far conoscere la Sardegna, i suoi paesaggi e le sue leggende anche ad un pubblico straniero.
Ci sarà un tour estivo?
Attualmente sto contattando vari locali per portare l’album in giro per la Sardegna. Purtroppo la situazione del Coronavirus crea qualche problema e c’è chi si butta un po’ giù per l’assenza di lavoro. Per quanto mi riguarda, proverò in tutti i modi a sfruttare ogni possibilità al meglio, anche perché ho avuto la fortuna di incontrare dei musicisti straordinari che suoneranno con me ai prossimi live.



























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