Stabilito il collegamento tra l’esposizione alle armi dotate di uranio impoverito viene ora così riconosciuta la colpa dell’amministrazione della Difesa italiana per aver ignorato i pericoli ai quali erano esposti i militari impegnati in azioni di pace e nelle esercitazioni. Questa è la sintesi della decisione assunta dalla Suprema corte dopo la segnalazione dell’avvocato Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio militare che per primo lanciò l’allarme sul pericolo dell’esposizione all’uranio impoverito per i militari. <Quella ottenuta da Tartaglia è una decisione che inchioda senza scampo alle responsabilità tutta una linea politica e di comando dell’epoca da cui pochi ne potranno uscire indenni> sottolinea in una nota firmata da Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare. I dati riguardanti i militari che nella guerra balcanica così come nelle basi militari sono rimasti esposti (senza le dovute protezioni) ai proiettili contenenti uranio impoverito vedono 361 decessi e oltre 7 mila malati. La vicenda riguarda una battaglia politica e culturale ultraventennale con alterne sentenze a volte contradditorie tra loro. La sentenza della Suprema Corte potrà così ora dare la stura alle richieste di giustizia a cui si preparano militari e loro familiari per ottenere i dovuti risarcimenti.
G. L. Pa.
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