XIII rapporto dello Iares: sardi, poveri ma felici

Una persona su cinque ha difficoltà ad acquistare beni di prima necessità soprattutto se dovesse presentarsi una spesa imprevista di 800 euro. I dati li fornisce il tredicesimo rapporto dell’Osservatorio sull’economia sociale e civile in Sardegna curato dallo Iares, l’Istituto di ricerca delle Acli regionali presentato ieri pomeriggio nella sede della Fondazione di Sardegna. La gran parte degli intervistati si dichiara felice (46,7 per cento) o piuttosto felice (31,8 per cento) e in buono stato di salute (43,6 per cento).
La situazione personale risulta invariata rispetto all’anno precedente per una persona su due. La soddisfazione generale è infatti buona con un punteggio compreso tra 6 e 7,2 su 10.
“Occorre investire di più sul lavoro femminile” suggerisce Antonello Caria, direttore dello Iares e segretario con delega al welfare delle Acli della Sardegna, “ potenziando l’istruzione visto come è dimostrato che si abbatte lo svantaggio economico laddove l’istruzione è più forte”.
La distribuzione territoriale evidenzia la presenza di aree geografiche con famiglie in condizioni di svantaggio economico superiore alle altre: tra queste spiccano Medio Campidano, Ogliastra e Nuoro. Olbia-Tempio e Sassari riportano, invece, la più elevata presenza di redditi compresi fra i 15.000 e 30.000 euro annui. Paradossalmente, nelle zone dell’Isola dove si sta meglio è più diffusa una minore soddisfazione generale e l’attitudine al gioco d’azzardo risulta più frequente. È il caso delle province della Gallura e di Sassari: il gioco del lotto, l’acquisto di gratta e vinci, le scommesse in ricevitoria risultano infatti abitudini diffuse.
Nelle zone economicamente più svantaggiate, più diffusi comportamenti dannosi per la salute come il fumo (con in testa il Medio Campidano). Più frequente il consumo di superalcolici nella provincia di Nuoro.