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Economia & Lavoro

Occorrono investimenti straordinari capaci di rilanciare l’economia, l’occupazione e la crescita

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La crisi dell’economia sarda è uno dei temi all’ordine del giorno ormai da anni. Per fare il balzo in avanti occorrono interventi in agricoltura a carattere straordinario in affiancamento a quelli previsti dai farraginosi Piani di sviluppo Rurale.

Mandorle, Fichi d’India, Melograni: la Sardegna è terra di conquista di questi prodotti importati. Ciò è incomprensibile perché i produttori trovano nell’isola le condizioni ottimali per sviluppare queste coltivazioni antiche e nello stesso tempo innovative e di alta qualità. I consumatori invece, dal canto loro, trovano nell’isola un luogo dove i frutti assumono gusti e sapori incantevoli.  Quando mangiamo uno di questi frutti prodotti in Sardegna, anche a costo di farci rimproverare dagli esperti assaggiatori, diciamo che hanno un sapore di Mandorla, di Fico d’India e di Melagrana. Anche se in realtà questi sapori non esistono: come sappiamo, esistono solo 5 tipi di sapori: dolce, salato, acido, amaro, umami. Lo diciamo per dire che le condizioni pedoclimatiche della Sardegna conferiscono pregevolezza aggiuntiva ai frutti della terra. Mandorle, Fichi d’India e Melograni, e aggiungo anche il Fico che sta riscontrando grande successo nei mercati estivi, sono piante idonee per essere coltivate in Sardegna. Stupisce perché non siano state prese nella giusta considerazione in passato viste le loro mille proprietà alimentari e benefiche. Si prestano a semplici sistemi di moltiplicazione. Temono il ristagno d’acqua, ma non temono il caldo e vegetano anche su terreni molto secchi. Sono piante da reddito che vanno prese in considerazione anche in relazione al clima che cambia ma anche perché la stragrande quantità del prodotto è importato dai mercati esterni.

LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO

Da una attenta lettura del territorio è possibile dire che la sfida del cambiamento passa per il settore primario e non ci sono più scuse per rinviare investimenti (a costi ragionevoli) capaci di rilanciare l’economia, l’occupazione e la crescita. In altre parti d’Italia ci sono dei territori che su questi fruttiferi hanno scommesso creando fonti di lavoro e ricchezza che vanno studiati e mutuati come un valido modello.  Per esempio, la regione Sicilia, ha puntato fortemente sulla valorizzazione del Mandorlo e del Fico d’India.  Basta farsi un giro in questa bellissima regione e si può osservare come la coltivazione del mandorlo abbia modificato il paesaggio delle colline della provincia di Enna. Sul Fico d’india invece, è stata condivisa tra istituzioni una strategia tra i territori più vocati alla produzione per costruire una filiera regionale e rafforzare commercializzazione, trasformazione ed esportazione di un prodotto simbolo del made in Sicily. I sindaci dei comuni di Belpasso, Roccapalumba, San Cono e Santa Margherita Belice, i 4 poli produttivi più importanti dell’Isola, hanno firmato un protocollo d’intesa con l’assessorato regionale dell’agricoltura, “per estendere le aree di coltivazione del fico d’India, coinvolgendo tutte le realtà istituzionali interessate ed attivare specifiche campagne di promozione per rafforzare la capacità economica del comparto e l’export. Sul melograno è da prendere l’esempio della regione Puglia: da quest’anno i bar della provincia di Taranto, dove insistono 450 ettari impiantati, hanno introdotto i succhi di melograno a km zero. Come si desume Mandorle, Fichi d’India, Melograni (e aggiungerei anche i fichi) possono, in supplemento agli altri comparti più forti, rappresentare una nuova identità produttiva della Sardegna. Mettere insieme i comuni, le aree vocate a questi prodotti significa costruire quelle condizioni per realizzare delle nuove filiere della produzione e della trasformazione che potrannocontribuire a creare nuova ricchezza nell’isola.

Fulvio Tocco

RIPRODUZIONE RISERVATA
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