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Cagliari Cultura

‘Un anno alla prova’, in un libro il viaggio nel mondo della scuola col docente Diego Palma

Il docente Diego Palma si racconta in un suo nuovo libro 'Un anno alla prova',
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Un viaggio  intimo e collettivo nel mondo della scuola italiana, attraverso gli occhi di un docente che ha vissuto in prima persona le sfide, le speranze e le delusioni di una carriera segnata dal precariato. Così il docente Diego Palma si racconta nel suo nuovo libro ‘Un anno alla prova’, che racconta una condizione comune a molti insegnanti come racconta nella prefazione all’opera Norberto Gallo: ‘Quella che dovrebbe  dovuto essere una fase temporanea di avviamento al ruolo, si è trasformata per molti insegnanti in una prigione senza uscita, fatta di incertezze e sacrifici, e spesso culminante in un ingresso in ruolo solo in tarda età, quando la motivazione e le energie hanno ormai subito un logoramento irreversibile”.

La scuola, pilastro della società, si regge su fondamenta fragili, spesso costruite sul precariato di chi, nonostante tutto, continua a credere nell’importanza della propria missione. Ma è una missione che lo Stato sembra non riconoscere adeguatamente. Contratti a termine, supplenze brevi, stipendi inadeguati e l’assenza di un percorso chiaro verso la stabilità sono solo alcune delle contraddizioni che caratterizzano il sistema scolastico italiano. Anno dopo anno, i docenti precari si trovano a dover ricominciare da capo, spostandosi da una scuola all’altra, senza la possibilità di costruire un rapporto solido con i propri studenti o di lavorare in condizioni che favoriscano una didattica di qualità. “Il precariato – aggiunge Norberto Gallo – non è solo una questione amministrativa; è una ferita che mina la dignità professionale e personale degli insegnanti. L’impossibilità di pianificare il proprio futuro, le difficoltà economiche e il continuo senso di precarietà creano un clima di insoddisfazione e demotivazione. Questo libro racconta anche di quei momenti in cui il sistema sembra premiare l’indifferenza: scuole con strutture fatiscenti, risorse tecnologiche inadeguate, programmi formativi che non rispecchiano le reali esigenze degli studenti e una burocrazia opprimente che assorbe il tempo e le energie degli insegnanti”.

Un esempio emblematico è la storia di Diego Palma, l’autore di questo libro. “La sua esperienza – si legge nella prefazione al libro – rappresenta un paradigma del precariato scolastico italiano. Diego, con una passione per l’insegnamento che lo ha accompagnato fin dagli inizi, ha ricevuto la sua prima chiamata in un freddo pomeriggio di novembre, quando, contro ogni previsione, è stato contattato per una supplenza in Sardegna. Lasciare la famiglia, affrontare un viaggio incerto e cominciare senza preparazione adeguata sono stati solo i primi ostacoli. Diego si è trovato catapultato in una realtà scolastica complessa, dove le risorse tecnologiche erano insufficienti, i registri elettronici spesso inaccessibili, e le aspettative degli studenti e delle famiglie erano enormi. Nonostante ciò, si è impegnato a costruire un legame con gli alunni, cercando di trasmettere conoscenze e valori in un contesto sfidante. Dopo anni di supplenze e trasferte, Diego ha affrontato il momento più doloroso: la consapevolezza che il sistema scolastico lo trattava come un numero. La sua lunga attesa per un ingresso in ruolo è stata segnata da sacrifici personali e familiari, contratti brevi e stipendi inadeguati. La stabilizzazione è arrivata solo quando l’entusiasmo iniziale era ormai fiaccato da anni di lotte contro un sistema che sembra progettato per scoraggiare piuttosto che incentivare. La scuola in cui ha trovato stabilità, invece di essere un traguardo di realizzazione, si è rivelata spesso un luogo di difficoltà ulteriori, con strutture carenti e classi problematiche”.

I numeri del precariato nella scuola italiana dipingono un quadro ancora più desolante. Secondo i dati più recenti, circa il 30% del personale docente è composto da precari, e ogni anno vengono stipulati oltre 200.000 contratti a termine. Questo fenomeno, conosciuto come “supplentite”, è stato al centro delle promesse politiche. Nel 2014, l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva dichiarato guerra alla supplentite con la “Buona Scuola”, un piano che avrebbe dovuto stabilizzare migliaia di insegnanti. Tuttavia, gli esiti sono stati ben lontani dalle aspettative: molti docenti sono rimasti esclusi dalle assunzioni, e la precarietà è rimasta una costante del sistema scolastico. Il paradosso più grande è che, dopo decenni di precariato, molti docenti come Diego riescono finalmente a ottenere il tanto agognato ruolo, ma lo fanno quando ormai il loro entusiasmo iniziale è stato sostituito dalla stanchezza e dal disincanto. Spesso, il raggiungimento della stabilità coincide con l’assegnazione a scuole in condizioni critiche, in zone disagiate o con classi difficili, dove il lavoro diventa una sfida continua. Questo non è il risultato di un sistema che premia il merito, ma di una macchina burocratica che considera l’insegnante come un numero, una casella da riempire in un organigramma.

“Eppure, in mezzo a queste difficoltà, si intravedono storie di resilienza e di passione. Gli insegnanti, nonostante le umiliazioni e le difficoltà, continuano a svolgere il loro ruolo con dedizione, cercando di fare la differenza nella vita degli studenti. Questo libro è una testimonianza di come, nonostante tutto, la scuola possa ancora essere un luogo di crescita e di speranza. Ma è anche un monito: senza un cambiamento radicale delle politiche scolastiche, rischiamo di perdere non solo i docenti più motivati, ma anche la fiducia in un sistema che dovrebbe essere il cuore pulsante della nostra società. Leggendo queste pagine, non solo scoprirete una storia personale fatta di sacrifici, ostacoli e piccole grandi vittorie, ma avrete anche l’opportunità di riflettere su un sistema che, oggi più che mai, necessita di riforme profonde per garantire che la scuola torni a essere il luogo di crescita, uguaglianza e futuro che tutti noi desideriamo”.

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